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 2009  aprile 10 Venerdì calendario

LA CORSA DI PONZELLINI, BANCHIERE TRASVERSALE


La sua candidatu­ra per la presidenza della Popola­re di Milano è spuntata quasi al­l’ultimo minuto. Però da un po’ di giorni prima circolava la voce che i sindacati della banca aveva­no trovato l’intesa sul nome di un banchiere noto, ma «fuori ruolo». O «fuori mischia», se si preferisce. E in effetti Massimo Ponzellini, 59 anni, occhiali alla miliardario stile Onassis, annove­ra in curriculum i fasti della Bers e della Bei, candidature al San Pa­olo, a Mediobanca, alla Direzione generale del Tesoro post-Draghi, ma oggi fa un altro mestiere. presidente del gruppo di costru­zioni Impregilo e le cronache na­zionali hanno parlato di lui solo un paio di settimane fa proprio in questa veste. E con tutti gli onori del caso.

Acerra, inaugurazione del ter­movalorizzatore che smaltirà 600 mila tonnellate di rifiuti. Sil­vio Berlusconi include «l’autore» Impregilo fra «i nostri eroi». E Ponzellini, rivolto al premier, gu­sta la rivincita e si sbilancia: «Com lei a fianco vinceremo le sfide del Ponte sullo Stretto e del­la Salerno-Reggio Calabria». Sfi­de ciclopiche, che probabilmen­te però non lo vedranno protago­nista diretto: se i pronostici ri­spetteranno ciò che è sempre ac­caduto alla Milano, il 25 aprile in assemblea i soci dipendenti lo ac­clameranno presidente al posto di Roberto Mazzotta. E «Napoleo­ne », com’era chiamato ai tempi d’oro della Cariplo, magari riusci­rà a restare in consiglio con una propria lista, ma smetterà di nuo­vo di fare il banchiere a tempo pieno. Ponzellini, invece, tornerà in «ruolo».

Del resto lui, sposato con la «signora del caffè» Maria Segafre­do (ne ha il nome tatuato sul braccio sinistro) è per così dire fi­glio d’arte: il padre Giulio, che an­cora oggi a 94 anni è sempre pre­sente nelle aziende di famiglia, è stato per 40 anni in Bankitalia e con ruoli di primo piano, vista la lunga permanenza nel Consiglio superiore. E lui preferirà quella strada, in fondo, alla possibilità di occuparsi del beni privati, co­me la società di mobili Castelli. Unica eccezione, forse, la casa editrice Compositori (che pubbli­ca la rivista Ottagono), alla quale dedica attenzione visto che edito­ria e libri (soprattutto antichi) so­no fra le sue passioni. Come le monete, sempre antiche e, so­prattutto in gioventù, le Ferrari, ma probabilmente di più, visto che non ha tardato un minuto a imbarcarsi nell’avventura del­l’ «Unità», finita di recente.

Grazie anche all’attenzione che la famiglia riserva da sempre a Romano Prodi, il «giovane» Ponzellini, che inizia la carriera alla Bnl, è da subito in stretti rap­porti con il Professore: con lui fonda Nomisma, poi gli è accan­to in Iri, prima come assistente quindi come dirigente. Qui rico­pre diversi incarichi (come in So­fin) ed è presente in numerosi consigli (fra gli altri Alitalia e Finmeccanica). Nel ”91 però tor­na al credito. Prima a Parigi quin­di a Londra, per cinque anni lavo­ra alla Bers di Jacques Attali. Poi il governo Berlusconi (e in parti­colare l’amico ministro del Teso­ro Lamberto Dini) lo «invia» in Lussemburgo alla Bei, la Banca europea per gli investimenti, do­ve ricopre la carica di vicepresi­dente responsabile di crediti e fi­nanziamenti.

Qui resta nove anni. Nel 2001 Giulio Tremonti non riesce a por­tarlo alla Direzione generale del Tesoro per l’opposizione di Gian­franco Fini, che lo accusa di aver finanziato la campagna di France­sco Rutelli. Un anno dopo però «conquista» la Patrimonio spa, dalla quale si sposta nel 2006 per­ché sempre Tremonti lo vuole al Poligrafico dello Stato. Il legame con Prodi resta insomma quasi un ricordo, tanto è vero che il suo portavoce Silvio Sircana scri­ve al Corriere nel 2005 per dire che Ponzellini è sì vicino al Pro­fessore, ma «solo di casa». Il ban­chiere «trasversale» del resto ha sempre coltivato amicizie e rela­zioni fra pubblico e privato, un carnet vastissimo che ha compre­so Giovanni Agnelli e anche il banchiere dei poveri Muham­mad Yunus: con lui e Attali ha contribuito a dar vita a PlaNet fi­nance, il network del microcredi­to. Che di recente ha avviato un’iniziativa anche con la Popola­re Milano. Appunto.