Alessandra Mangiarotti, Corriere della sera 10/4/2009, 10 aprile 2009
FRANCIA, GIAPPONE, CALIFORNIA: LA SICUREZZA LA PAGA IL PROPRIETARO
Nella vicina Francia ci sono cinque documenti che obbligatoriamente si devono allegare all’atto di vendita di una casa. I primi tre per attestare che nell’abitazione non ci siano manufatti in amianto, in piombo, oppure termiti. Un quarto per certificare i consumi elettrici. Ma anche un quinto per dichiarare che l’immobile è in zona sismica e pertanto, se costruito dopo il 2000, rispetta le nuove norme. Quanto all’adeguamento del vecchio non sono previsti obblighi e incentivi. Le eventuali spese d’intervento sono a carico del proprietario. Ma, anche in questo caso, chi decide di non mettere mano al portafogli al momento della vendita della casa deve comunque dichiararne il rischio sismico.
Guadalupa e Martinica a parte, sono 37 i dipartimenti della Francia in zone sismiche. Otto nella loro totalità: Alpi Marittime e Pirenei orientali in primis. Il rischio è medio. Ma le leggi sono severe: gli immobili di nuova costruzione devono rispettare le regole antisismiche. Quelli vecchi, soprattutto se aperti al pubblico o a più piani, devono essere censiti. Nizza e Grenoble sono state prescelte come città campione per uno studio che prevede la parziale bonifica delle aree più vecchie. Qui, come in quasi tutto il mondo, le spese sono a carico del privato.
Sono però Stati come il Giappone, la California, la Nuova Zelanda, dove il rischio terremoto è elevatissimo, ad aver messo a punto piani di prevenzione in cui l’edilizia antisismica gioca un ruolo fondamentale. Il Giappone è partito per primo. E, terremoto dopo terremoto, ha adeguato normative e criteri di costruzione. Watanabe Yasuo, architetto giapponese con uno studio a Pesaro, spiega: «Le leggi cambiano a ogni terremoto. Dopo il sisma che 15 anni fa ha distrutto Osaka, c’è stata una specie di rivoluzione: da lì tutte le leggi sono state riviste e gli edifici sono stati costruiti in modo da resistere non solo al movimento ondulatorio, ma anche sussultorio». L’opera di costruzione antisismica e adeguamento è partita da edifici pubblici e grattacieli: l’Opera City di Tokyo, 200 metri di altezza, è stata realizzata in modo da poter ondeggiare di un metro in entrambe le direzioni; il municipio per resistere anche a un terremoto dell’ottavo grado della scala Richter. I punti fermi: strutture in acciaio e cemento (anti crollo ma col destino segnato: una volta intaccati non possono che essere che abbattuti), cuscinetti in gomma (armata con piastre d’acciaio) per sostenere le fondamenta. Più difficile la costruzione e l’adeguamento delle piccole case: anche per loro fondamenta di gomma, tubi dell’acqua e dell’elettricità dotati di collegamenti a terra flessibili.
Sul sito del governo di Tokyo vengono date informazioni ai cittadini, ma anche indicazioni per accedere a piccoli sussidi per sottoporre la propria casa a test di resistenza o a interventi di rafforzamento. Secondo un rapporto del 1997 più di 1,6 milioni di case sono state costruite prima del 1981, quando sono entrate in vigore le nuove norme antisisma. I costi di adeguamento delle abitazioni sono molto elevati, costruirne una nuova, rispettosa delle norme antisismiche, costa solo circa il 5% in più. Ornella Civardi, yamatologa, in Giappone ha vissuto per anni e imparato a convivere con i terremoti. «Ero borsista a Tokyo, stavo facendo lezione in un’aula al 7˚ piano: all’improvviso la terra ha iniziato a tremare, i grattacieli che vedevo dalla finestra a oscillare: ho creduto di morire, i miei insegnanti non hanno perso mai la calma».
Anche gli scienziati dell’americana Us Geological Survey (Usgs) a ogni terremoto verificano la tenuta di abitazioni e palazzi. Di volta in volta le informazioni raccolte sono andate ad arricchire lo Uniform building code, la bibbia in fatto di regole anti-sismiche applicato in molti Stati. Anche nella terra che aspetta il Big one i palazzi sono costruiti in cemento armato su fondamenta elastiche, sempre più abitazioni singole di nuova generazione sono realizzate in legno. «Non sono previsti incentivi per l’adeguamento di vecchi stabili», dice Steven Saunders, presidente di una società che si occupa di costruzioni antisismiche. «Per legge gli edifici più grandi devono essere sottoposti a interventi sufficienti a garantire la sicurezza degli occupanti. Tutto è a carico del proprietario ». Per tutti i proprietari c’è la guida alla sicurezza in caso di terremoto della California seismic safety commission. La pubblicazione deve essere consegnata al momento della vendita di abitazioni costruite prima del 1960: anche in questo caso il venditore è obbligato a informare l’acquirente sui punti deboli della casa, sulla sua posizione rispetto alla faglia. Ma anche, ad esempio, se la caldaia è ancorata in modo da scongiurare che alla prima scossa cada.
I regolamenti Costruire secondo i sempre più severi regolamenti anti-scosse a Tokyo costa solo il cinque per cento in più