varie, 14 aprile 2009
CINQUANT’ANNI DI BARBIE
« il simbolo dei simboli. Ha incarnato i sogni di intere generazioni» (Marino Niola, professore di antropologia all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, a proposito di Barbie).
Il 9 marzo Barbie (vero nome Barbara Millicent Roberts) ha compiuto 50 anni. Il primo esemplare della bambola, bionda o mora, con la coda di cavallo e il costume zebrato venne presentato nel ”59 all’American Toy Fair di New York. A quel tempo un gallone di benzina costava 25 centesimi, lo stipendio annuale medio di un impiegato era di 5000 dollari e la Barbie si vendeva per tre dollari. In un anno la comprarono in 350mila.
Le Barbie vendute fino a oggi sono un miliardo. Il 90% delle bambine tra i 3 e i 10 anni ne ha almeno una. Anche Giovanni Paolo II possedeva una Barbie, con l’abito tradizionale polacco. Gliel’avevano regalata durante un viaggio in Messico.
La Barbie più venduta della storia è la Totally Hair del 1992 con capelli lunghi 27 cm.
Il 50esimo compleanno di Barbie è stato festeggiato con il decollo di un aeroplano rosa in Messico, ombrelli rosa e bianchi sulla spiaggia di Copacabana, un evento durante la settimana della moda di Parigi, una manifestazione al salone del mobile di Milano. Mattel ha rimesso in commercio tutti i modelli.
Fiat ha realizzato una 500 Show Car che sarà usata durante tutti gli eventi in programma per festeggiare la bambola. Bulgari ha creato gioielli e accessori che hanno sfilato alla fashion week di New York. Kartell, storico marchio del design italiano, arrederà la casa di Barbie con nuovi mobili e oggetti in plastica. VentaClub realizzerà esclusive suite rosa nei suoi villaggi.
Per realizzare gli abiti di Barbie (colore simbolo: il rosa PMS 219) sono stati usati 980 milioni di metri di stoffa. Tra i 70 stilisti che l’hanno vestita: Christian Dior, DKNY, Versace. La Barbie da collezione preparata da Giorgio Armani ed esposta al Guggenheim di New York costa 139,71 euro.
La Barbie più cara del mondo indossa una parure da 318 diamanti. Prezzo: 95mila dollari. Una numero uno originale può valere fino a 27.450 dollari. La più grande asta di Barbie è stata organizzata da Christie’s a Londra nel 2006. Ricavo: 100mila sterline.
Antenate di Barbie: Lilli, protagonista di un fumetto pubblicato a partire dal 1952 sulla Bild Zeitung, e una bambolina d’avorio ritrovata nella tomba di una piccola romana del II secolo d.C.
La mamma di Barbie si chiamava Ruth ed era la moglie di Helliot Handler, cofondatore della Mattel. Ruth aveva regalato Lilli a sua figlia Barbara (soprannominata Barbie in famiglia) e si era accorta che la bambina aveva abbandonato le sue bambole di carta per giocare solo con lei.
Alla nascita Barbie aveva un’aria molto sofisticata. Nel 1964 le sopracciglia diventarono più folte, nel 1967 le venne snodato il busto, dal 1971 prese a guardare dritto di fronte a sé, dal 1988 le fu concessa una nuova pettinatura. L’ultimo modello di Barbie, presentato alcuni giorni fa in California (prezzo 20 dollari), ha una nuova acconciatura, braccialetti, collanine e un kit di 40 tatuaggi. I genitori americani non hanno gradito: temono che le lor bambine possano seguire l’esempio.
I ricercatori del laboratorio di arti artificiali della Duke University, North Carolina, hanno scoperto che con le giunture usate dalla Mattel per le ginocchia di Barbie si potrebbero fabbricare dita finte per i mutilati.
Barbie è alta 29 cm e pesa 205 grammi. Se fosse vera, peserebbe 49 kg e sarebbe alta 167 cm. Misure in questo caso: 90-46-84. Preoccupati per la diffusione tra le adolescenti di anoressia e bulimia, due catene di supermercati inglesi hanno chiesto alla Mattel di creare una Barbie taglia 46.
Nella nuova campagna americana contro l’obesità infantile, si vede una Barbie cicciona con le guance cadenti, il doppio mento, le caviglie e i piedi gonfi. Altro protagonista, un supereroe con pancia e doppio mento seduto sulla poltrona davanti alla tv, in una mano il telecomando, nell’altra un cono alla cioccolata. Slogan: «Tenete l’obesità lontano dai vostri bambini».
Le donne che vorrebbero essere Barbie: Cindy Jackson, che ha speso 99mila dollari per sottoporsi a 47 interventi di chirurgia plastica, Sara Burge, che si è operata 25 volte e ha fatto fare la plastica anche al marito («Sarà il mio Ken»), Angela Birmarchi, che è andata sotto i ferri 42 volte. Secondo Darrick Antell, chirurgo plastico newyorkese, per somigliare a Barbie una donna dovrebbe spendere almeno 58.760 dollari tra liposuzione, lifting e iscrizione alla palestra.
Negli Stati Uniti i giocattoli con sembianze umane pagano tasse di importazione più alte rispetto agli altri.
Il 30% dei giochi venduti in America, Europa e Medio Oriente è prodotto in Cina.
Primo impiego di Barbie: hostess. Più tardi: infermiera, regista, astronauta, giornalista. Complessivamente, 180 mestieri. Nel 1989 si arruola nelle forze armate americane. Per garantire una perfetta riproduzione della divisa militare venne richiesta l’approvazione del Pentagono. Nel 1992 si candidò per la presidenza americana con il partito delle ragazze.
Barbie ha quattro sorelle, due fratelli, 50 animali, amici in tutti i continenti. Ha avuto anche un’amica sulla sedia a rotelle, Becky, ritirata dal mercato perché la carrozzina non entrava nella casa di Barbie. Nella sua vita ci sono anche ville, camper, automobili, carrozze, elicotteri. Per 43 anni è stata fidanzata con Ken. Dopo una storia con Blaine, è tornata single.
Nel 1976 Barbie e Ken sono stati seppelliti insieme ad altre icone americane nella capsula del tempo dalla Smithsonian Institution di Washington. Nel 2004 la loro separazione è stata definita dagli americani uno dei due eventi più importanti dell’anno (l’altro era l’orso ubriacone che si aggirava nello Stato di Washington).
Da un sondaggio di Meta comunicazione condotto a Natale su 200 genitori italiani di bambini tra i 5 e i 12 anni è emerso che solo il 18% si è sentito chiedere giocattoli tradizionali. Dal 2001 le vendite di Barbie sono diminuite. Nei primi tre mesi del 2008 Mattel ha perso 46,6 milioni di dollari. Per la società la colpa è di Carter Bryant e delle Bratz.
La Mattel fattura 6 miliardi di dollari l’anno. Ma nonostante l’industria dei giocattoli abbia tenuto bene la crisi, nel quarto trimestre del 2008 le vendite di Barbie sono scese del 21%. Gli utili sono diminuiti del 46% (176,4 milioni di dollari dai 328,5 milioni dell’anno precedente).
Le bambine di oggi a Barbie preferirebbero: Hannah Montana, studentessa di giorno, cantante di notte, protagonista di una sit com; le Bratz, cinque bambole con le caviglie snodabili e le labbra a canotto; le Winx, sei apprendiste fatine.
Le Bratz, prodotte dalla MGA Entertainment, sono sul mercato dal 2001. Con vendite annue per 500 milioni di dollari, rappresentano la metà delle entrate della MGA. Il padre delle Bratz è Carter Bryant, ex dipendente della Mattel. La casa di Barbie ha fatto causa a lui e alla MGA (proprietario un iraniano che ha fatto fortuna in America), un giudice californiano le ha dato ragione e ha stabilito che dopo il 2009 le Bratz dovranno essere ritirate dal commercio.
Il segreto delle Bratz: attenzione maniacale per il trucco, abiti alla moda. Alla creazione di un vestito di Barbie (prima disegnato a mano, poi scolpito nella cera) si dedicano oltre 100 persone. Nel 2003 in Giappone è stata presentata la prima linea di abbigliamento per adulti ispirata a Barbie. Il più grande store Mattel, 3400 metri quadrati in sei piani, ha aperto a Shanghai poche settimane fa. Un altro grande negozio si trova a Buenos Aires. Qui mamme e figlie posso organizzare feste e andare dal parrucchiere di Barbie. L’acconciatura costa 30 euro.
Le Winx sono le fatine create della Società Rainbow e disegnate da Igino Straffi. Nate nel 2004, hanno conquistato il 40% del mercato dei giocattoli per bambine.
In molti paesi del Medio Oriente Barbie non può essere venduta. Le bambine musulmane possono giocare con Fulla, bambola che prega cinque volte al giorno, e con Sara e Dara, fratellini ”islamicamente corretti”. Alternative americane sono: Razanne, prodotta dalla Nooart Inc, senza forme e col velo nero, e le bambole che raffigurano Gesù, Maria e Mosè prodotte dalla Wall Mart.
Sul mercato americano si trovano anche Sweet Sasha e Marvellous Malia, identiche alle figlie del presidente Obama. La first lady non ha gradito la trovata. Però le bambole, 10 dollari l’una, sono andate a ruba.