Ign 14/4/2009, 14 aprile 2009
Albert Einstein e Isaac Newton erano affetti dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che spesso viene scambiata per eccentricità
Albert Einstein e Isaac Newton erano affetti dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che spesso viene scambiata per eccentricità. Chi ne è colpito infatti è ossessionato da complessi e ha forti problemi di comunicazione. E’ quanto emerge da uno studio condotto da alcuni ricercatori britannici delle Università di Cambridge e Oxford. In particolare, secondo la ricerca inglese, Einstein avrebbe mostrato chiari segni della sindrome di Asperger soprattutto da piccolo: era un bambino solitario e spesso ripeteva in maniera ossessiva le stesse frasi. Aveva inoltre forti problemi di confusione nella lettura. Nel corso del tempo poi questi sintomi andarono regredendo. Il padre della relatività divenne infatti un adulto con molti amici e parecchie storie d’amore. «Ma la passione, l’innamoramento e la capacità di parlare anche di temi lontani dalla propria area di interesse sono perfettamente compatibili con la sindrome di Asperger», ha spiegato il professore Simon Baron-Cohen di Cambridge in una intervista al "New Scientist" magazine. «Quello che è veramente difficile per coloro che sono affetti da questa sindrome - ha riferito - è sopportare e gestire una conversazione casuale. Non sono in grado di parlare poco». Quanto a Newton, secondo lo studio britannico, avrebbe presentato una sintomatologia classica della sindrome: parlava con difficoltà, si immergeva così tanto nel suo lavoro da dimenticarsi di mangiare ed era scontroso con i pochi amici che aveva. E a peggiorare la situazione si aggiunsero anche intorno ai 50 anni depressione e paranoia.