Telesio Malaspina, L’Espresso, 16 aprile 2009, 16 aprile 2009
TELESIO MALASPINA PER L’ESPRESSO 16 APRILE 2009
L’impero del falso Dalle borse ai farmaci. Cresce il ruolo della camorra nella rete globalizzata dei marchi contraffatti. Saviano: così moltiplicano i profitti.
L’ultimo anello di una catena che parte dalla borsetta con il marchio falsificato e arriva fino ai padrini della mafia globalizzata, passando per gli schiavisti che trafficano immigrati, i boss che smerciano droga e i banchieri che riciclano tesori. Un potere criminale che diventa sistema economico, che muove 450 miliardi di dollari, in grado di condizionare la politica. Difficile vedere tutto questo dietro la bancarella improvvisata di un immigrato nel centro di Roma. Ma una formidabile inchiesta video di National Geographic è partita proprio dalla merce contraffatta di un senegalese filmato in Italia per ricostruire la rete mondiale dell’illecito, con due capitali riconosciute: Napoli e Hong Kong. Con la guida di Moises Naim, direttore di ’Foreign Policy’, la borsetta venduta a pochi passi da Castel Sant’Angelo si trasforma "nella punta di un iceberg. L’ultimo anello di una catena che ha le stesse forze, la stessa corruzione, la stessa violenza dei boss. Chi muove questo mercato non preme un grilletto ma uccide ugualmente".
Il focus della video-inchiesta, che andrà in onda venerdì 17 aprile su National Geographic Channel, è il settore più inquietante: quello dei farmaci falsi. Ci sono i laboratori chimici colombiani, nati per raffinare la cocaina, che adesso si dedicano a produrre pillole su scala industriale: identiche a quelle che compriamo, ma con contenuti spesso micidiali. Viene ricostruita la strage di Panama provocata da una sostanza tossica nello sciroppo contro il raffreddore. I flaconi, prodotti in Cina, erano stati commercializzati attraverso brokers in Spagna e di lì in Centro America. Poi i medicinali avvelenati sono stati distribuiti gratuitamente dall’assistenza sociale: hanno ucciso almeno cento persone, condannate a una morte atroce.
Il video si concentra molto sul ruolo dell’Italia come porta d’accesso all’Europa e ai mercati occidentali. Ne parla Roberto Saviano che descrive i moli di Napoli: "Lì hanno trovato un territorio franco per i loro commerci. Ricordo quello che mi diceva un boss. Il sistema, ossia la camorra, ha solo tre principi: business, business, business". Lo scrittore di ’Gomorra’ sottolinea la capacità imprenditoriale della criminalità campana, "la prima a lanciarsi sui mercati dell’Est. Il ’sistema’ purtroppo è un moltiplicatore di profitti, che condiziona lo sviluppo economico". Le rotte di questo nuovo impero commerciale vengono tracciate su un mappamondo, uniscono Cina, Africa e America. Non muovono solo merci, anche uomini, trattati come oggetti: sono i nuovi schiavi, spesso sfruttati anche per la commercializzazione dei falsi, come i senegalesi intervistati nelle strade di Napoli.
Qualcosa forse sta cambiando. Perché la crisi economica e l’impoverimento accrescono il mercato potenziale dei falsi. Ma spingono la Cina a muoversi, per tutelare le industrie legali che rischiano di venire travolte dalla concorrenza dei cloni: due settimane fa per la prima volta la polizia ha condotto raid su larga scala contro la holding delle copie. "Ma i governi hanno perso la guerra dei falsi", sentenzia Naim: "Agiscono isolati, senza coordinamento. Mentre il commercio illegale è una multinazionale globalizzata. Che si trasforma più in fretta dei governi".