Francesco Manacorda, La stampa 9/4/2009, 9 aprile 2009
TELECOM NON E’ DA ROTTAMARE
Un’uscita clamorosa al vertice del gruppo Pirelli. Carlo Puri Negri ha annunciato ieri che lascia la carica di vicepresidente esecutivo di Pirelli Real Estate, il braccio immobiliare della Bicocca che dopo lo scoppio della bolla del mattone ha dovuto lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Puri Negri è una figura storica nel mondo della Bicocca. Figlio di Margherita, cugina di Leopoldo Pirelli, è da decenni amico dello stesso presidente Marco Tronchetti Provera, con il quale condivide anche la passione per la vela. Adesso resterà vicepresidente, non esecutivo della holding Pirelli accanto al presidente Tronchetti, mentre nella controllata Real Estate arriva come amministratore delegato Giulio Malfatto, che ne era già stato direttore generale in passato.
Nel comunicato emesso ieri, Puri Negri parla di un’uscita «al termine di un ciclo, dopo anni di lavoro intenso e stimolante» e rivendica il merito di aver «dato vita a una realtà che nel tempo, e fino alla crisi che ha investito tutto il settore, ha saputo affermarsi per dinamicità e innovatività nel business». Ma più che un ciclo sembra essere un intero modello di business quello che adesso è in discussione. Da tempo si rincorrevano voci incontrollate sulle tensioni tra Tronchetti e Puri, legate all’andamento di Pirelli Re e sempre però smentite dai protagonisti. Il punto di svolta, legato ovviamente ai numeri e non alle persone, è arrivato con ogni evidenza alla fine dello scorso anno, quando accanto a Puri è stato affiancato come amministratore delegato per la finanza Claudio De Conto, che ha mantenuto anche la carica di direttore generale della holding. Con 15 miliardi di patrimonio immobiliare in gestione (altri due miliardi sono di «non performing loans» e un indebitamento delle circa 300 società veicolo che per la sua quota di competenza ammonta a circa 3 miliardi, Pirelli Re ha dovuto fare i conti con un mercato che ha smesso di crescere freneticamente e quindi non ha più potuto puntare a fare profitti attraverso un rapido trading immobiliare. Da qui il deciso cambiamento di rotta annunciato dallo stesso De Conto e ribadito ieri dalla società: una nuova struttura organizzativa focalizzata su Italia e Germania, la riduzione di costi fissi e una ristrutturazione delle attività che passa prima di tutto per la vendita del portafoglio di «non performing loans».
Il segno della frenata del mattone è rimasto comunque impresso profondamente nei conti 2008 della società, che ha chiuso l’esercizio con una perdita netta consolidata di 195 milioni. Tanto che a febbraio, presentando il piano industriale dell’intero gruppo, Tronchetti ha annunciato una cura da cavallo, con un aumento di capitale per Pirelli Re da 400 milioni di euro, in modo da riportare l’indebitamento netto a circa la metà del patrimonio. Mentre cambiano gli assetti in Pirelli Re, ci sono altre società che si muovono nel gruppo di Tronchetti. La Camfin, la finanziaria quotata che sta al vertice della catena di controllo cerca infatti cento milioni per ricapitalizzarsi e far fronte al servizio del debito - 559 milioni a fine 2008 - e all’assenza di dividendi da parte di Pirelli. Allo studio, oltre alla cessione di alcune partecipazioni e all’esercizio di un’opzione Put sul 40% di Energie Investimenti ai francesi di Gdf-Suez, c’è un’operazione mista per reperire risorse. Metà della somma, come già anticipato nei giorni scorsi, dovrebbe arrivare sotto forma di aumento di capitale a pagamento. Per gli altri 50 milioni di euro che mancano all’appello, invece, l’ipotesi che oggi appare più probabile, secondo indiscrezioni raccolte in ambienti finanziari, è quella del ricorso a un’emissione obbligazionaria. L’operazione - per la quale è advisor Mediobanca - è però ancora in una fase preliminare e non è stata ancora portata all’attenzione degli organi deliberanti della società.