Leandro Palestini, la Repubblica 9/4/2009, 9 aprile 2009
LA NUOVA RIVOLUZIONE DELLA TELEVISIONE
Dal 3 settembre i vecchi televisori analogici vanno al macero. A Roma e Torino è partito il conto alla rovescia: da una settimana una direttiva europea vieta ai negozi di vendere i televisori analogici. Finisce un´era televisiva. Mezzo secolo fa con il primo monoscopio Rai gli italiani erano ipnotizzati dalla tv in bianco-nero, oggi i cittadini rottamano i vecchi apparecchi tv per entrare nell´era del Digitale terrestre, che promette canali gratuiti e una migliore qualità delle immagini e del suono. Dal venti maggio a Torino e Cuneo con i vecchi apparecchi non si vedranno più RaiDue e Retequattro. Stessa cosa dal 16 giugno a Roma e nel Lazio, escluso Viterbo: non si potranno più seguire X-Factor o il Tg4 di Fede. Nessun boicottaggio ad personam, tutto previsto dal digitale terrestre: una rivoluzione paragonabile all´avvento della tv a colori degli anni ´70, che in Italia produsse anni di discussioni, anche ideologiche.
E sullo scenario televisivo si profila Internet. Una ricerca di Microsoft prevede il "sorpasso" nel giugno 2010: per quella data Internet dovrebbe sottrarre alla tv lo scettro di mezzo di comunicazione più utilizzato.
Ma sul digitale terrestre tanti italiani, allergici alle nuove tecnologie, forse non hanno le idee chiare. Cosa succederà nei prossimi mesi? Il vecchio segnale tv (analogico) verrà sostituito con una nuova tecnica di trasmissione televisiva e radiofonica. Quando si parla di switch off nel Piemonte occidentale dal 24 settembre al 9 ottobre, vuol dire che nel Piemonte occidentale si avrà lo spegnimento completo del segnale analogico di tutti gli altri canali. Entro il 2012 tutte le regioni avranno il digitale terrestre, sistema che occupa "meno spazio" nell´etere: laddove oggi c´è un canale analogico, domani sarà possibile far viaggiare dai 5 agli 8 canali digitali (da qui la moltiplicazione dei canali). Carlo Freccero, responsabile di Rai4, che ha debuttato in Sardegna con il nuovo segnale, spiega come «il digitale terrestre alla fine cambierà il pubblico. Finirà la passività della tv generalista. Rai e Mediaset dovranno fare i conti con un soggetto attivo, con l´interazione. Si lavorerà sulla specializzazione dell´offerta. Lo stiamo sperimentando a Rai4, che ha come mamma l´immaginario americano e come papà Internet». Lo spettatore potrà interagire attraverso il telecomando con il canale o il programma seguito (per esempio aprendo delle pagine con informazioni biografiche sul protagonista ). Ecco perché serviranno televisori di nuova generazione, con decoder integrato (la garanzia è un bollino bianco, mentre il bollino blu certifica la compatibilità con il segnale terrestre). Il digitale come scelta obbligata? In teoria no. Chi ha la vecchia tv potrà accedere al digitale acquistando il solo decoder (60-70 euro di costo), le Regioni daranno un contributo di 50 euro a chi ha più di 65 anni, alle fasce più deboli con reddito al di sotto dei diecimila euro.
La Rivoluzione della tv italiana segue un calendario preciso. Tutto è cominciato dalla Sardegna, nell´ottobre 2008, la prima regione italiana ad essere entrata dell´era digitale. Ma nel 2012, quando tutta l´Italia sarà digitalizzata, quale sarà lo scenario? «Questo passaggio è simile a quello vissuto nel 1976, quando la Corte costituzionale autorizzò la nascita delle tv private», spiega Tullio Camiglieri, responsabile comunicazione di DGTvi, l´associazione che raccoglie tutti i broadcaster che offrono servizi gratuti sulla piattaforma del digitale terrestre (Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Frt, DFree, Aeranti Corallo). E Andrea Ambrogetti, presidente di DGTvi, evita di parlare di guerra a Sky. Non siamo alla materializzazione di Raiset? «Più che fare la guerra a Sky, la tv generalista difende se stessa nel momento in cui c´è questo passaggio tecnologico. Diciamo che con il digitale terrestre diventa più forte l´offerta gratuita, dai 9 canali di oggi progressivamente si arriverà a 50 canali. E va ricordato che il digitale potrà raggiungere fasce di popolazione (soprattutto quelle montane) che non ricevevano tradizionalmente tutti i segnali televisivi». Il digitale ha però i suoi costi. E diventa un passaggio quasi obbligato per il l´utente che vuole stare al passo coi tempi. Come sarà aiutata la popolazione meno abbiente, i pensionati d´Italia legati alla tv generalista? «Il Piemonte ha pensato a dei contributi. Verrà dato un contributo di 50 euro alla categoria degli ultrasessantacinquenni, con meno di diecimila euro di reddito. Si tratta del 10% della popolazione. Il Lazio si sta orientando sulla stessa decisione».