Financial Times, 9 aprile 2009, 9 aprile 2009
La Cina continua a puntare a una crescita dell’8% quest’anno. Le aziende straniere ci credono e stanno aprendo negozi nelle città della Repubblica Popolare
La Cina continua a puntare a una crescita dell’8% quest’anno. Le aziende straniere ci credono e stanno aprendo negozi nelle città della Repubblica Popolare. Nei primi due mesi dell’anno le vendite al dettaglio sono cresciute del 15,2% rispetto al primo bimestre 2008, giù rispetto al 20% di crescita registrato ogni mese del 2008 ma comunque un risultato importante nel contesto attuale. ”La Cina è l’unico posto al mondo dove le vendite al dettaglio aumentano” dicono gli analisti di JPMorgan. In realtà ci sono sempre dubbi sui dati diffusi da Bejing, sospettati di essere gonfiati o ridotti a seconda degli obiettivi del governo. L’obiettivo cinese è comunque quello di elevare il peso del consumo interno sul Pil: è al 38%, nei paesi occidentali supera il 70%. I due più importanti nuovi negozi sono quelli di Barbie e di Armani, a Shangai. In entrambi i casi però sembra che le cose non stiano andando bene: il negozio dello stilista italiana (il sesto a Shangai) viene descritto come deserto poco dopo la cerimonia di inaugurazione, quello della bambola Mattel invece è sempre affollatissimo, ma pochi cinesi comprano qualcosa. Il reddito medio di un cittadino urbano è di 15.781 reminbi, (2.310 euro) all’anno, ma i 750 milioni di cittadini rurali guadagnano 4.761 reminbi. Con quei soldi potrebbero comprarsi 19 Barbie in un anno, e nient’altro.