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 2009  aprile 07 Martedì calendario

ELICOTTERO DI OBAMA GUARGUAGLINI RILANCIA


Si vede che non è molto contento, il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini. Arriva a Mosca per siglare una serie di accordi nel quadro del Forum Italia-Russia, ma è chiaro che pesa (eccome) l’ultimo atto della telenovela dell’elicottero presidenziale ”Marine One”. Guarguaglini e i suoi veramente l’avevano ben compreso che gli americani ormai pensavano alla cancellazione della commessa per i 23 superelicotteri prodotti da AgustaWestland insieme alle società americane Lockheed Martin e Bell . Non a caso, spiega, «non avevamo mica ’budgettato’ i ricavi della seconda tranche nel bilancio 2009».
Almeno a parole il numero uno del colosso pubblico dell’aerospazio e difesa sembra convinto che la faccenda non sia ancora definitivamente chiusa. «Non aspetteremo seduti - dice - cercheremo di muoverci. La storia comincia qui».
Insomma, esiste un ”Piano A” di Finmeccanica per cercare di convincere gli americani a ricambiare idea? «Guardi - chiarisce Guarguaglini - questo è soltanto il primo passo, la cosa sarà lunga. Ci vogliono diversi mesi, perché gli americani dovranno presentare tutto il budget generale della Difesa a metà maggio, e il Congresso lo approverà verso ottobre». E nel frattempo? L’idea di Finmeccanica è che, intanto, gli Usa dovranno pagare al prezzo pattuito tutti i primi 9 elicotteri della prima tranche (5 operativi e 4 di test, già in fase di consegna). Poi c’è ancora spazio perché decidano di rivedere al ribasso le richieste in termini di prestazioni e sicurezza che hanno fatto impennare il prezzo della seconda tranche.
Non è uno scenario un po’ irrealistico, ormai? «Paghino i primi nove elicotteri - è la replica - poi vediamo. In ogni caso, c’è un contratto firmato, e nel contratto è prevista una penale».
Certo, la penale c’è: ma anche se Finmeccanica è un grande gruppo mondiale, non è che uno va dal Presidente degli Stati Uniti e gli chiede a cuor leggero di ”sganciare”. E infatti, pare di capire che c’è anche un ”Piano B”: interpretando le parole del Segretario al Difesa Robert Gates - che a un certo punto ha fatto riferimento anche a possibili risorse extra per 500 milioni di dollari - al vertice dell’azienda pubblica italiana si è fatta strada la speranza di poter chiudere la partita in modo concordato e senza ingaggiare velleitari bracci di ferro con gli Usa. Ovvero, niente ”Increment 2” del Marine One, ma anche niente penale. In cambio di una nuova commessa per Finmeccanica.
Conoscendo Guarguaglini e la sua fama di duro negoziatore, c’è da credere che se ne vedranno delle belle. Ieri pomeriggio insieme al resto del top della delegazione italiana è stato ricevuto al Cremlino dal presidente russo Dmitri Medvedev. Discorsi ufficiali e rinfreschi nelle sale della Presidenza, anche per festeggiare la firma di una serie di accordi. Tra questi, la (tardiva) finalizzazione dell’intesa per l’acquisto da parte di Alenia Aeronautica del 25% («Più un’azione», ci puntualizza l’ad italiano, tra una tazza di té e un dolce, mentre a pochi metri Medvedev, Scajola e Marcegaglia dialogano dei massimi sistemi via bionda interprete russa) della Scac, la società che produrrà insieme alla russa Sukhoi il Superjet 100.
Un aereo commerciale a medio raggio cui Guarguaglini promette un futuro radioso. E perché tanto ritardo per definire l’intesa? «Perché i russi di Sukhoi avevano firmato un accordo - racconta cortesemente, ma con la consueta verve - che prevedeva il pagamento in rubli, più l’inflazione. Poi ci hanno ripensato, e hanno voluto dollari». Eh già: il rublo ha perso il 30% del suo valore. E com’è finita? «E’ finita che hanno avuto rubli», conclude con un sorriso il numero uno di Finmeccanica. E per l’elicottero di Obama, alzate bandiera bianca? «Vorrà dire che faremo lobbing».