Paul Herrling, La stampa 7/4/2009, 7 aprile 2009
CORPORATE RESEARCH NOVARTIS
Sebbene prevenibile e curabile, la malaria è una delle prime cause di morte nel mondo, con 300 milioni di persone infettate ogni anno e più di 1 milione di morti. una malattia dei Paesi in via di sviluppo, che deriva dalla povertà ed è causa di povertà: un ciclo vizioso che pone enormi sfide. Un altro problema critico è l’insorgenza e la diffusione di resistenza ai trattamenti antimalarici tradizionali, che ha portato a una recrudescenza dell’infezione e dei decessi per malaria nell’ultimo decennio.
Novartis è impegnata nella lotta contro questa malattia dimenticata su entrambi i fronti: sviluppando farmaci innovativi ed efficaci in grado di combattere la resistenza, ed espandendo l’accesso a questa terapia salvavita. Il Coartem è l’antimalarico più impiegato in Africa e, nonostante sia fornito al settore pubblico senza scopo di lucro, è il principale farmaco dell’azienda in termini di trattamenti forniti. In tutto, dal 2001, sono stati garantiti 215 milioni di trattamenti, salvando oltre 550 mila vite, per lo più bambini sotto i 5 anni.
Coartem è la prima terapia in associazione a base di artemisinina a dose fissa, approvata dalle autorità regolatorie e conforme ai criteri di prequalificazione dell’Oms per efficacia, sicurezza e qualità. E’ stato studiato in una serie di sperimentazioni su grande scala in Africa e nel Sud-Est asiatico, con il coinvolgimento di oltre 4 mila pazienti.
E’ un’associazione di 2 agenti antimalarici con effetti complementari: l’artemetere, un derivato dell’artemisinina, ha un effetto parassiticida e fornisce sollievo dai sintomi malarici. La lumefantrina neutralizza i parassiti residui. L’artemisinina, il composto progenitore dell’artemetere, è derivata da una pianta, l’assenzio annuo. La prima testimonianza del suo impiego risale al 168 a.C., in Cina, per il trattamento della febbre, poi, nel 1967, l’esercito cinese iniziò a utilizzarla sui soldati colpiti da malaria nella guerra del Vietnam ed entro la metà degli Anni 70 il principio attivo era stato isolato e si era dimostrato un potente agente antimalarico.
Oggi sviluppare nuovi farmaci per importanti malattie dimenticate, come la malaria, e potenziare l’accesso ai medicinali nei Paesi in via di sviluppo richiede collaborazioni innovative. Attraverso partnership pioneristiche, Novartis si è impegnata a rendere disponibile il Coartem senza scopo di lucro, distribuendolo nei Paesi con malaria endemica, con il supporto di finanziatori del settore pubblico come il Global Fund, la US President’s Malaria Initiative, la Banca Mondiale e Unitaid.
La domanda del farmaco, così, è salita vertiginosamente e Novartis ha intensificato la produzione di artemisinina in Cina e Africa. Inoltre, il Coartem è stato prodotto presso uno stabilimento a Suffern, New York, per integrare quello proveniente da Pechino; arrivando così a fornire nel 2008 74 milioni di trattamenti.
Ma l’impegno è stato intenso anche per i costi. Per espandere l’accesso ai pazienti nei Paesi in via di sviluppo curati attraverso il sistema sanitario pubblico, è stato abbassato il prezzo del trattamento con il Coartem da una media di 1,57 a 1,00 dollari Usa. Nel 2008 la società ha effettuato un’ulteriore riduzione, tagliando il prezzo per il settore pubblico di circa il 20%, a una media di US$ 0,80. Dal 2001, quindi, il prezzo è sceso del 50%. Da poco è inoltre disponibile una formulazione per i bambini: si tratta di Coartem dispersible, compresse che si disperdono rapidamente in una piccola quantità d’acqua e che aiutano la somministrazione ai piccoli pazienti.
Intanto il Novartis Institute for Tropical Diseases collabora con il Wellcome Trust, Medicines for Malaria Venture e il Singapore Economic Development Board a un’iniziativa da 20 milioni di dollari per studiare nuovi farmaci antimalarici. E’ previsto il coinvolgimento di diverse istituzioni, tra cui il Genomics Institute of the Novartis Research Foundation e lo Swiss Tropical Institute. Gli obiettivi sono la scoperta di composti antimalarici con diversi meccanismi d’azione in modo da disporre di nuovi farmaci, efficaci nel caso in cui emerga una resistenza all’artemisinina, come potrebbe già avvenire nella regione tra Thailandia e Cambogia. Un secondo obiettivo è trovare trattamenti di più breve durata.