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 2009  aprile 07 Martedì calendario

S’AVVERA LA PROFEZIA DEI FRANCESCANI


San Francesco bussò alla porta di Innocenzo III con undici discepoli per presentare la sua «norma di vita» o Regola «affinché il Signor Papa confermasse quanto scritto». Il 18 aprile, esattamente dopo ottocento anni, al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo tremila frati ripeteranno la visita a Benedetto XVI in rappresentanza dei 35mila religiosi delle quattro famiglie francescane e a conclusione del «Capitolo internazionale delle Stuoie». E’ dall’adunanza «di qualunque denominazione, colore di abito e tradizione spirituale» che è nata l’espressione «aver voce in Capitolo», ossia avere la possibilità di intervenire nella riunione delle «Stuoie» così chiamata perché al primo incontro il Poverello non garantiva ai frati un tetto ma solo un giaciglio di fortuna.
Tra una settimana Assisi ospiterà le 350 giurisdizioni mondiali e le 65 delegazioni nazionali che aggiorneranno la proposta francescana a otto secoli dal «faccia a faccia» che ha cambiato la storia della Chiesa. Oggi verrà presentato il «revival» dell’evento celebrato da Francesco nel suo Testamento: «E dopo che il Signore mi donò dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io con poche parole e semplicemente la feci scrivere, e il signor Papa me la confermò».
Tra Assisi, Castel Gandolfo e la Tenuta di Castel Porziano, dove i quattro ministri generali Tasca, Jòhri, Carballo, Higgins consegneranno al presidente Giorgio Napolitano l’esortazione francescana ai «reggitori dei popoli», si avvererà la «profezia di Dio a Francesco» raccontata da Tommaso da Celano. «Non rattristatevi per il fatto di essere pochi, un giorno sarete una moltitudine, affollerete le strade e vi propagherete fino ai confini del mondo». Innocenzo III «dopo matura riflessione diede l’assenso alla regola dandogli effetto» con una richiesta: «Quando l’Onnipotente vi farà crescere in numero e grazia, ritornerete lieti a dirlo».
Dunque, a otto secoli dall’approvazione papale e secondo il motto «ricordare con gratitudine il passato,vivere con passione il presente e aprirsi con fiducia al futuro», i francescani tornano sulle «Stuoie» per ribadire fedeltà al Papa e riproporre lo storico momento nel quale il Poverello dettò la sua Regola. «Rifletteremo insieme sulla Regola e compiremo gesti concreti per esprimere il nostro desiderio di conversione - spiegano i ministri generali - rinnovando la nostra obbedienza al ”Signor Papa” e ricevendo da lui il mandato di andare per il mondo a predicare». I gesti concreti (accoglienza, testimonianza, penitenza, digiuno e ringraziamento al Papa), saranno attualizzati e comunicati al mondo dalla cittadella dell’informazione allestita dal portavoce padre Enzo Fortunato. L’accoglienza avverrà il 15 aprile davanti alla Basilica della Porziuncola da parte del predicatore della Casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa.
Sabato 18, il trasferimento a Castel Gandolfo, dove i «figli di Francesco» saranno ricevuti da Benedetto XVI in udienza privata. Sarà anche il primo Capitolo multimediale con diretta integrale via satellite su Teleradio Padre Pio, finestre informative su Rai Uno tutte le mattine alle 9, collegamenti di Sky e Mediaset, cinquanta emittenti dal Canada all’Australia. A stringere il «nuovo patto con Francesco» sarà Joseph Ratzinger la cui formazione spirituale, sottolinea padre Giuseppe Piemontese, custode del Sacro Convento di Assisi, «è stata plasmata dagli studi giovanili, con la tesi dottorale su San Bonaventura». Un legame forte che lo accompagnerà il prossimo mese in Terra Santa, dove lo attendono i francescani della Custodia. «La ricerca appassionata di Dio, l’annuncio che Dio è amore e bellezza, la preoccupazione perché il mondo non abbandoni la religione e la fede, il dialogo ecumenico e tra le religioni, la testimonianza che Cristo è l’unico salvatore del mondo, il richiamo ad una vita sobria e solidale - spiega padre Piemontese -. Sono gli elementi che due anni fa portarono Benedetto XVI a dire durante la visita ad Assisi: "Siamo tutti un po’ francescani"».