Corriere della sera 7/4/2009, 7 aprile 2009
OBAMA E LA PARTITA CON L’IRAN
Sono stato ambasciatore in Iran e vorrei aggiungere qualche osservazione all’analisi di Franco Venturini sull’alto rischio della partita che Obama si prepara a giocare con l’Iran ( Corriere, 1˚ aprile). Condivido i dubbi di Venturini e la fredda reazione di Teheran è significativa. Cruciale è il punto sollevato dagli iraniani i quali nel chiedere un cambiamento di linea sottolineano che deve comprendere la fine del sostegno a Israele. Sarebbe una svolta radicale da parte americana implicante l’improbabile riesame di un tradizionale rapporto tanto più che a Tel Aviv le minacce di Teheran sono prese molto sul serio. E si spiega. Il radicalismo iraniano contro Israele è infatti una efficace arma politica con valenza regionale che condiziona i Paesi musulmani e nemmeno quelli moderati hanno il coraggio di dissociarsi.
Quanto al nucleare, le ambizioni iraniane sono diventate un problema di orgoglio nazionale che neanche l’opposizione al regime osa contestare.
Non sarebbe probabilmente sufficiente la rinunzia alle sanzioni per indurre Teheran a cambiare rotta.
Resta infine aperta la partita che l’Iran può giocare in Iraq dove la tentazione di strumentalizzare la maggioranza sciita resta forte. Meno chiusa invece appare la posizione sull’Afghanistan per l’ostilità degli iraniani verso i talebani. Le prossime elezioni in Iran potranno fornire qualche indicazione su una ipotetica svolta di maggiore flessibilità auspicata non solo dal governo americano.
Francesco Mezzalama, Roma