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 2009  aprile 07 Martedì calendario

«CALCESTRUZZO SCADENTE E REGOLE NON RISPETTATE»


«Il cemento armato in sé è un ottimo materiale. Ma non è detto che ogni struttura realizzata con esso sia adatta a sostenere un ter­remoto ». Vincenzo Petrini ( foto), in­gegnere strutturale, insegna da qua­rant’anni al Politecnico di Milano.

Dunque il crollo di quei palazzi all’Aquila non la stupisce...

«Va tenuto presente, in primo luo­go, che soprattutto negli anni 50 o 60 l’entusiasmo per le nuove possibi­lità offerte dal cemento armato (che consente strutture più ardite della muratura) può aver portato a creare edifici non adeguati a reggere i movi­menti orizzontali del sisma».

E per la qualità dei materiali?

«Una scarsa cura nel realizzarli può essere un’altra causa del crollo. La staffatura, ad esempio: in un pila­stro di cemento armato, le barre so­no tenute insieme da legature oriz­zontali, ogni 15-20 centimetri. Se le fisso male, le staffe ’scendono’. E an­cora: smog o aria salmastra accelera­no il degrado, se non è stata posta sufficiente cura nella composizione del calcestruzzo».

In questo caso, però, inquina­mento e mare sono da escludere.

«Certo. Ci sono però altri fattori di rischio, come un’impostazione progettuale che non ha messo in conto eventuali sollecitazioni oriz­zontali; o una pianta irregolare e asimmetrica, che concentra le azio­ni su alcune parti dell’edificio. Il fat­to è che la normativa dell’epoca da­va per impliciti alcuni aspetti, e può essere che un ingegnere non specia­lizzato in strutturistica non ne abbia colto l’importanza».

Può succedere anche oggi?

«No, dalle circolari di metà anni 80 al decreto del 2008, è scritto nero su bianco che un edificio debba esse­re tale da resistere a terremoti fre­quenti e modesti senza danni struttu­rali significativi; con sismi più vio­lenti (e rari), invece, può danneggiar­si anche molto, fino a renderne ne­cessaria la distruzione. Purché sap­pia reggere i carichi verticali senza cadere in testa alla gente».

In Abruzzo, però, non è stato così.

«Ripeto: una magnitudo di quel tipo non dovrebbe mettere in diffi­coltà un edificio realizzato seguen­do le norme e correttamente. Co­struito, cioè, con cura, ed evitando di rubare».