Pietro Del Re, la Repubblica 7/04/2009, 7 aprile 2009
La strage è cominciata il 23 marzo scorso. A compierla sono piccole falangi armate di spranghe che sui ghiacci dell´Artico s´accaniscono contro creaturine appena svezzate dalla madre e che una volta colpite vengono scuoiate, spesso ancora vive, della loro preziosa pelliccia
La strage è cominciata il 23 marzo scorso. A compierla sono piccole falangi armate di spranghe che sui ghiacci dell´Artico s´accaniscono contro creaturine appena svezzate dalla madre e che una volta colpite vengono scuoiate, spesso ancora vive, della loro preziosa pelliccia. In tre settimane, soltanto in Canada saranno uccisi a bastonate 280.000 cuccioli di foca. Altre 80.000 foche verranno massacrate in Namibia e 5.000 in Scandinavia. Che fare per fermare questa mattanza? «Visto che non possiamo vietare la caccia sul pack canadese dobbiamo chiudere gli sbocchi commerciali ai prodotti di foca», dice Roberto Bennati, vicepresidente della Lav. «Per questo esistono due strade: una nazionale e una comunitaria». In Italia, il disegno di legge è di nuovo in discussione al Senato. Quanto al bando europeo all´importazione dei derivati della caccia, dovrebbe esser approvato entro fine maggio, sia pure con un paio di deroghe, una per gli Inuit (che assorbono il 2 per cento della caccia), l´altra per il controllo di una piccola popolazione di foche in Finlandia. Un segnale positivo è giunto dalla Russia, dove qualche settimana fa il premier Vladimir Putin ha definito la caccia ai cuccioli di foca "una pratica cruenta". Pochi giorni dopo, Yuri Trutnev, ministero per le risorse naturali di Mosca ha emanato una disposizione per bandire la caccia in Russia, dove, negli ultimi dieci anni la popolazione delle foche è diminuita di un terzo in seguito ai massacri compiuti contro i cuccioli. Eppure, nonostante i bandi nazionali e internazionali, e dopo l´annuncio dell´interruzione della caccia in Russia, il Canada ha dato ugualmente il via all´annuale ecatombe di piccoli di foca (il 90 per cento delle prede ha meno di tre mesi di vita). Non solo, il governo di Ottawa sta concludendo accordi commerciali con la Cina per smerciare pelli, grasso e olio di foca che ormai buona parte del mondo si rifiuta di commercializzare, conciare e lavorare. Secondo gli scienziati la quota che è possibile uccidere quest´anno non rispetta l´attuale piano di gestione della caccia alle foche, e provocherà una riduzione della popolazione canadese di oltre il 30 per cento. «L´altra grossa domanda proviene da paesi quali il Giappone e Taiwan, dove le pelli di foca vengono utilizzate per confezionare capi di moda prodotti da grandi stilisti», aggiunge Roberto Bennati. In quanto presidente del Fondo internazionale per la difesa degli animali, Brigitte Bardot ha ringraziato il premier Putin per la sua iniziativa in difesa dei cuccioli di foca: «Signor primo ministro, mi piacerebbe essere a Mosca per abbracciarla e esprimerle la mia autentica amicizia».