Varie, 7 aprile 2009
Tags : Gioacchino Giuliani
Giuliani Gioacchino
• Giampaolo L’Aquila 1957 (~). Perito chimico. Tecnico di laboratorio che collabora con l’Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso, conobbe improvvisa enorme popolarità il 6 aprile 2009, quando si disse che aveva previsto il terremoto dell’Aquila • «(...) Gioacchino doveva essere il secondo nome, uno scherzo dell’anagrafe lo trasformò nel primo. Giampaolo Giuliani ha la faccia triste di uno abituato a perdere spesso. Lo conferma lui, la sua vita non è sempre andata in linea retta. un perito chimico, che ha fatto il benzinaio per mantenersi, è andato all’estero per studiare e anche per lavorare. Appena tornato a casa, è andato dal suo vecchio preside. ”Mi hai sem pre raccontato delle balle”. Oggi lavora a contratto, 1.500 euro al mese. Lo sguardo è buono, quello di un padre (...) Lo studio di casa è ricavato nella camera da letto della bimba, una scrivania stretta, lo spazio è poco (...) La stanza di previsione sismica, la centrale delle sue attività, in realtà è una grotta dai muri senza intonaco sotto a Chiocciolandia, il negozio di computer del figlio Roberto, dall’altra parte della città. Eppure, lo studio che testimonia le qualità predittive del radon risale a quarant’anni fa, quando alcuni scienziati si accorsero che durante i terremo ti questo gas inerte aumentava le sue emissioni di particelle. ”Senza alcuna speranza di essere compreso” (...) investì 8.000 euro nella sua creatura, cinque scatole di piombo larghe poco più di mezzo metro e pesanti quasi una tonnellata, dotate di un sensore interno che analizza i raggi Gamma del radon emessi dalla crosta terrestre. ”Speravo di essere poi ripagato con i contributi delle Regione, promessi e mai arrivati”. Nel 2002, prima del terremoto in Molise, i cubi di piombo registrarono valori fuori dalla norma. (...) (nel 2009) Giuliani avvisa la Protezione civile provinciale, il sindaco della sua città gli chiede di segnalargli tutto, preoccupato per la stabilità di alcune scuole. Anche quello di Sulmona chiede in ormazioni, perché nelle ultime settimane lo sciame sismico aveva colpito duro. Lui sostiene di averlo tranquillizzato. Carabinieri e Polizia invece lo denunciano per procurato allarme (denuncia archiviata qualche mese dopo). ”Mi hanno intimidito, capisce? Certo, ho continuato a telefonare, ma ero diventato ”lo sciamano’, come ha det to un capo della Protezione civile. E allora ho preso paura. Maledetti, si credono superiori, loro. Un terremoto non si prevede, dicono. Bugiardi”. Domenica (5 aprile 2009), primo pomeriggio. ”O è esploso il sole oppure è il radon” pensa Giuliani mentre guarda i dati delle sue macchine sul computer di casa. Alle 22.30 si aggira nel tinello (...) ”C’è qualcosa che non va, dob biamo uscire”. Fuori tutti, avvisate i vicini. Alle 3.23 le pareti ondeggiano, la casa si solleva. ”Mio genero che l’ha co struita diceva: se questa casa sente il terremoto, vuol dire che all’Aquila non c’è più nien te”. Avvolto in una coperta, Giuliani ha guardato nell’oscurità, verso l’orizzonte dominato dal monte Sirente ancora in nevato. ”Non c’era una luce. Onna, Monticchio, Pianola. Tutto buio. Allora ho capito” (...)» (Marco Imarisio, ”Corriere della Sera” 7/4/2009) • «Ci sono due Giampaolo Giuliani. Il primo incarna l’eroe che aveva previsto tutto, il secondo il furbetto che sfrutta l’emozione del momento. Il problema è che l’uno si specchia nell’altro e che è lo stesso Giuliani il regista di questa confusione, in cui si è sballottati tra la figura dello scienziato eterodosso, capace di vedere oltre, e quella dell’ingenuo ricercatore fai-da-te, vittima dei propri miraggi. A chi credere? Ai fan club che nascono su Facebook o alle obiezioni degli accademici della scienza ufficiale? ”Il terremoto si scatenerà domenica 29 marzo e sarà disastroso”, profetizzò [...] ma l’apocalisse non avvenne. Al suo posto solo una scossa modesta, del 4° grado della scala Richter, e l’unico disastro fu personale: un avviso di garanzia per procurato allarme. Non è stato l’unico flop. A un tv locale, pochi giorni prima, il 23, aveva ribadito la propria scienza basata sulle fughe di radon ed era arrivato alla conclusione opposta: ”State tranquilli. Lo sciame sismico di questi giorni si verifica ogni anno, ma a fine marzo scomparirà e resterà un brutto ricordo”. Secondo e ancora più imbarazzante flop, quindi, anche se (...) ha spiegato con foga ciò che resta indimostrabile: ”Che giorno è? Il 6? Bene. Io avevo previsto il terremoto già il 4. Epicentro a Roio, a 3900 metri da casa mia”. (...) Giuliani non vuole spiegare perché non abbia abbandonato la propria casa con la famiglia prima di diventare lui stesso uno sfollato e tace sui tormentati rapporti con le autorità. Se il sindaco di Sulmona l’aveva denunciato e il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, l’aveva bollato come ”un imbecille”, lui contrattacca e vuole dimostrare ciò che nessun studioso - dall’Italia alle faglie del Giappone, passando per quella di Sant’Andrea in California - sostiene: la prevedibilità dei terremoti. Osservava i tremolii della terra, che da oltre un mese scuotevano l’Abruzzo, e aveva sentito puzza di bruciato. Giorno più o giorno meno - fa capire - non significa nulla. Ciò che conta (...) è che è sicuro di avere tra le mani un Santo Graal, trovato solo da lui. ” stato tutto proditoriamente architettato, perché fossi messo a tacere. Dal presidente dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, Enzo Boschi, e da Bertolaso vorrò le scuse per i morti. Le loro dichiarazioni sono false. La mia previsione era giusta”. Anche se con le date l’approssimazione resta evidente, il suo Graal - giura - funziona già da anni: ”Prevediamo eventi in un raggio di 150 chilometri dai nostri rilevatori. (...)” (...) I dati arrivano da 5 ”stazioni”, che - dice - ”misurano l’epicentro e il grado sismico”. Sono nei Comuni di Fagnano e Pineto e a Coppito, nel Laboratorio del Gran Sasso. E proprio da lì, (...) è arrivata l’ennesima smentita: Giuliani non è un ricercatore del centro, ma un collaboratore tecnico (’e non laureato”) dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario di Torino (una delle 20 strutture dell’Inaf, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). ”Le sue ricerche sono svolte per scopi personali” (...)» (Gabriele Beccaria, ”La Stampa” 7/4/2009).