Wall Street Journal, 6 aprile 2009, 6 aprile 2009
Le banche che hanno prestato 6,8 miliardi di dollari a Chrysler si rifiutano di convertire parte del loro debito in azioni, come vorrebbe il governo
Le banche che hanno prestato 6,8 miliardi di dollari a Chrysler si rifiutano di convertire parte del loro debito in azioni, come vorrebbe il governo. JPMorgan, Goldman Sachs, Citigroup e Morgan Stanley sono creditori privilegiati, se Chrysler fallisce hanno il diritto di prelazione sui stabilimenti, marchi e altri beni. Per loro una Chrysler fallita potrebbe valere più di una Chrysler capace di saldare i suoi debiti. Il governo si trova nella strana circostanza in cui le banche che ha aiutato si rifiutano di dare a loro volta una mano a un’industria che chiede aiuto. Tra gli effetti dell’incapacità della casa di Detroit di ristrutturare il suo debito senza ricorrere al fallimento c’è anche il ritardo di un accordo definitivo con Fiat e di un’intesa con il sindacato Uaw sulle assicurazioni sanitarie.