Varie, 4 aprile 2009
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CattaneoAdorno Giacomo
• Rio de Janeiro (Brasile) 3 ottobre 1952 • «’Nasce austero, con spiccata personalità, capace di stupire”. La migliore descrizione di Giacomo Cattaneo Adorno è quella coniata per il suo vino. Quel rosso Castello di Gabiano per il quale il Marchese di Genova è finito [...] nei guai. Capace di stupire davvero, se, come dice la Finanza, il rampollo più nobile della Liguria - già condannato a quattro anni per concussione - avesse intascato 480 mila euro dall’Ue senza averne diritto. Per non dire di un’altra briciola: 200 mila euro di imponibile non dichiarato. Ma per raccontare la vita di Giacomo Cattaneo Adorno [...] più che un cronista ci vorrebbe Dino Risi, il regista del Sorpasso. Non sarebbe neanche necessario cercare un protagonista, basterebbe il Marchese, ciuffo alla Clark Gable e bel volto da attore. Pensate alla scena del rampollo bambino che gioca a pallone nei corridoi del palazzo di famiglia, mentre dalle pareti lo guardano i volti degli antenati ritratti da Van Dyck. cresciuto così, Giacomo. Il suo ingresso sulla scena avviene il 16 ottobre 1980. La regina Elisabetta è in visita a Genova e per il sacro momento del tè sceglie il palazzo di via Balbi: fuori austero, scarno, dentro splendente da fare invidia a Buckingham Palace. L’ostentazione alla genovese, insomma. Ad accogliere Elisabetta c’è Carlotta Giustiniani, madre del nostro eroe e ”regina di Genova”. Ma il mondo dorato sta stretto al marchese che decide di buttarsi nel mattone. Il patrimonio non gli manca: la vulgata vuole che i Cattaneo Adorno siano i soli in Liguria a poter andare da Genova a Montecarlo senza mai uscire dai loro terreni. Così ecco le gru di Giacomo che cambiano il volto di Arenzano, ricostruiscono lo stadio di Marassi e tanto altro ancora. Operazioni colossali, per mole, costi, polemiche. Ma il Marchese nuota impacciato nell’acqua dei comuni imprenditori immobiliari: sarà per il sangue blu o perché a Genova lo snobismo si esercita dall’alto in basso, ma anche al contrario. Città di ambienti chiusi, di conventicole. Lui si fa tanti nemici, nella mafia che gli spedisce una busta con proiettile, ma anche le amministrazioni gli chiudono i rubinetti per le speculazioni miliardarie. Giacomo non si sa mimetizzare ed è anche per questo che va a gambe all’aria: la sua Gepco fallisce. Nel 2002 la Cassazione mette la parola fine alla gestione delle Colombiane: Giacomo si becca 4 anni per una tangente da 3,6 miliardi di lire. Ma il Marchese è latitante in Brasile. ”O Dia”, sito pettegolo brasiliano, racconta le sue gesta mondane. Altro che cella, Giacomo viene dato per residente sulla spiaggia di Ipanema. Le Fiamme Gialle sono sulle tracce, ma Cattaneo Adorno può ringraziare una buona stella che ha l’aspetto dei fedelissimi funzionari del ministro della Giustizia leghista Roberto Castelli. ” un latitante anti-economico”, sentenziano dal ministero. Basta indagini, addio arresto. A richiamare Giacomo in Italia, più che la ”saudagi” è l’indulto. Il Marchese torna anche se gli resterebbero dodici mesi di prigione. Presto fatto: l’anno viene scontato con l’affidamento alla mensa dei poveri. L’uomo è appesantito nel corpo, ma non nello spirito. Così eccolo comparire - non indagato - nelle carte dell’inchiesta sulla Mensopoli di Genova mentre frequenta una nota famiglia calabrese specializzata nella gestione dei rifiuti. O all’inaugurazione della bonifica del mostro ecologico Stoppani. E subito la popolazione punta il dito, teme che al posto della fabbrica già si prepari il cemento. E poi c’è il Castello di Gabiano. proprio qui che, secondo i finanzieri, scivola ancora: da Ipanema Giacomo ottiene finanziamenti europei per le sue vigne. Ma la rappresentante dell’azienda avrebbe omesso di dichiarare che è interdetto dai pubblici uffici, quindi escluso dai finanziamenti. ” tutto infondato”, replicano i difensori, la rappresentante altri non sarebbe che la moglie del marchese, contitolare della ditta. Infondata, sostengono, anche l’accusa di evasione fiscale» (Ferruccio Sansa, ”La Stampa” 4/4/2009).