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 2009  febbraio 27 Venerdì calendario

Weinstein Harvey

• Flushing (Stati Uniti) 19 marzo 1952. Produttore cinematografico • «[...] Ha iniziato come produttore di concerti. Poi [...] ha fondato una casa di produzione dichiaratamente familiare: il fratello Bob come socio, e il ricordo dei genitori, Miriam e Max, nel nome. La Miramax si fa notare con un film nato da un concerto inglese per Amnesty International, poi con uno su un uomo ingiustamente condannato a morte, che ottiene anche la scarcerazione del detenuto. Alla fine degli anni Ottanta, con Sesso, bugie e videotape di Steven Soderbergh e con i primi film di Almodóvar, la Miramax diventa il più importante studio indipendente di Hollywood. Nel ”93 la Miramax firma un accordo con la Disney, che la compra per 80 milioni di dollari, lasciando piena gestione ai due fratelli Weinstein. Segue una carrellata di grandi successi: Pulp Fiction di Quentin Tarantino, Il paziente inglese e primo Oscar della casa, Chicago, i due Kill Bill, la saga del Signore degli anelli, La macchia umana. Il film più amato dalla Academy è Shakespeare in Love, con sette Oscar; la più grande delusione resta invece Gangs of New York, dieci nomination e nessuna statuetta. Nel 2005, i fratelli Weinstein lasciano la Miramax e fondano una nuova azienda, The Weinstein Company, compagnia che si fa notare subito producendo in pochi mesi un film impegnato come Transamerica, sul cambiamento di sesso, e un blockbuster come ScaryMovie 4. E un’altra avventura comincia» (’L’espresso” 5/3/2009) • «Per 15 anni è stato una vera macchina da Oscar. Ha reinventato con forme a volte anche alquanto spregiudicate le campagne per la conquista degli ambitissimi premi. arrivato ad accumulare 249 nomination e 60 statuette. Ha creato, con film che vanno da Shakespeare in Love a Chicago fino a La vita è bella, una leggenda attorno al suo nome: Harvey Weinstein. A Hollywood viene chiamato semplicemente Harvey. Fondatore della Miramax (assieme al fratello Bob), è il sinonimo di un cinema indipendente, provocatorio, ma che sa anche fare cassetta. O almeno, questa era la fama [...] fino a qualche anno fa. Nel 2005, infatti, la fortuna sembrava averlo abbandonato. Arrivarono il divorzio dalla Disney, che aveva nel frattempo assorbito la Miramax. Seguì la decisione di mettersi in proprio. E da allora, alla guida della nuova Weinstein Company e distratto da avventure non sempre felici in giornali, tv, Internet e anche nel campo della moda, non ha più ritrovato il suo ritmo, producendo invece costosi flop come Hannibal Raising e Bobby. Ci sono stati licenziamenti, executive in fuga e la voce che, con la crisi di Hollywood, anche il genio Harvey era ormai affondato. Poi è arrivato il 22 febbraio 2009, il giorno degli Oscar. Ed ecco che Harvey è tornato in Paradiso con due film a cui ha partecipato: una statuetta a Penelope Cruz, miglior attrice non protagonista, per Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen; e un’altra a Kate Winslet, migliore attrice per la sua stupenda interpretazione del personaggio di Hanna Schmitz, l’ex guardiana di un campo di concentramento nazista costretta al confronto con il suo passato, in The Reader. [...]» (Lorenzo Soria, ”L’espresso” 5/3/2009).