Elena Dusi, la Repubblica 8/1/2008, 8 gennaio 2008
Meno acqua, più particelle inquinanti. La composizione dell´atmosfera influenza anche la forma dei cristalli di ghiaccio, che nelle nuvole diventano fiocchi di neve
Meno acqua, più particelle inquinanti. La composizione dell´atmosfera influenza anche la forma dei cristalli di ghiaccio, che nelle nuvole diventano fiocchi di neve. Kenneth Libbrecht, fisico del California Institute of Technology, da oltre dieci anni studia come cambia la "forma della neve" al mutare delle condizioni del cielo. Ne raccoglie campioni in montagna, riesce a produrli nel suo laboratorio di Pasadena nella forma che desidera, e poi li fotografa con il microscopio elettronico. Le immagini di questi capolavori del freddo - destinati a sciogliersi e mai più riformarsi con lo stesso aspetto - Libbrecht le ha raccolte nel libro "The snowflake". Oggi la sua sfida è capire come l´inquinamento atmosferico e il riscaldamento del clima influenzano la formazione di un fiocco di neve. Nel frattempo lo scienziato fa qualche precisazione sui luoghi comuni legati ai cristalli, come quello secondo cui non ne esisterebbero due uguali. Cristalli di forma identica esistono, in natura. Ma secondo Libbrecht le probabilità che un uomo arrivi a scoprirli sono praticamente nulle. Le complicate stelle esagonali sono formate infatti da miliardi di miliardi di molecole d´acqua, ed è molto difficile che sotto al microscopio elettronico di uno dei pochi laboratori del mondo che si occupano di "scienza della neve" ne finiscano due identiche. I cristalli più piccoli e semplici invece hanno la forma di un piccolo bastone. E sicuramente in questa versione semplificata i cristalli di neve troveranno attorno a sé, nel corso della stessa tormenta, un sosia perfetto. Sull´inquinamento atmosferico, poi, la neve potrebbe addirittura avere un effetto positivo. Spezzando ad esempio le molecole di ozono e contribuendo - sia pur a ritmi molto lenti - al riassorbimento del buco. Ogni cristallo di ghiaccio si forma infatti a partire da un "seme", che può essere una particella inquinante o un batterio, intorno ai quali le molecole d´acqua cominciano a condensarsi, accumulandosi l´una sull´altra in maniera simmetrica come le pietre di un caleidoscopio. Ma una volta che la nevicata ha inizio, questi "semi" di particelle inquinanti - uno studio dell´università del Michigan l´ha notato con il mercurio - finiscono con il posarsi un po´ ovunque sul terreno. Così gli atomi pesanti sono stati ritrovati perfino nel ghiaccio artico. Studiando la "nuvola bruna" di sostanze inquinanti che impregna i cieli cinesi, gli scienziati della Hebrew University di Gerusalemme si sono accorti che la gran quantità di particelle pesanti che si legano alle molecole d´acqua spingono i cristalli di neve a cadere sul suolo troppo presto, senza dar loro il tempo di aggregarsi in fiocchi sufficientemente grandi. "Per trovare il fiocco di neve dalla forma perfetta - scrive Libbrecht - è necessaria piuttosto una nevicata leggera con poco vento e un tempo molto, ma molto freddo".