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 2008  dicembre 19 Venerdì calendario

CROLLA IN GERMANIA LA FIDUCIA DELLE IMPRESE

Sono aumentate ieri le pressioni sul Governo federale perché aiuti più coraggiosamente l’economia tedesca. La fiducia delle imprese in Germania è scesa nuovamente, per il settimo mese consecutivo ed è ormai ai minimi dal 1982. Lo stesso apprezzamento dell’euro sui mercati valutari diventa un fattore negativo per gli esportatori.
L’indice Ifo è sceso a dicembre a 82,6 punti dagli 85,8 di novembre. Il dato è peggiore del previsto e lascia presagire una profonda recessione. Proprio ieri l’istituto economico Imk di Düsseldorf, legato alla Fondazione Hans-Böckler vicina ai sindacati, ha annunciato per il 2009 una contrazione del Pil dell’1,8% e ha parlato di un Paese «sull’orlo dell’abisso».
Il dato dell’Ifo non è solo il più basso dal 1990, vale a dire dall’unificazione. Sulla base delle statistiche della Germania Ovest, infatti, l’indice è ormai ai minimi dal settembre del 1982, al momento del secondo shock petrolifero. Il sotto-indicatore sulla situazione attuale è calato a 88,8 da 94,9, mentre quello relativo alle attese a sei mesi è sceso a 76,8 da 77,6.
Gli economisti più ottimisti facevano notare ieri che l’indice sulle aspettative è sceso solo leggermente e che forse l’apice della crisi è vicino. Altri analisti guardavano alla situazione attuale con grande preoccupazione: Julian Callow, di Barclays Capital, si aspetta una contrazione dell’attività nella zona euro nel quarto trimestre dello 0,7%, dopo la flessione dello 0,2% nel terzo trimestre.
«L’attuale rallentamento economico - ha commentato Carsten Brzeski, un economista di ING Group a Bruxelles - potrebbe comportarsi come un macigno sul punto di rotolare giù da un pendio. Una volta che il masso avrà preso velocità schiaccerà tutto sul suo passaggio. Deve assolutamente essere fermato per tempo».
La situazione economica ha indotto ieri il direttore generale del Fondo monetario internazionale a esortare Berlino a introdurre nuove misure. Parlando all’emittente pubblica Zdf, Dominique Straus-Kahn ha spiegato: «Sarebbe bene se il Governo tedesco, di cui capisco la reticenza, facesse un passo in più». Per ora l’Esecutivo si è limitato a misure per 31 miliardi di euro presentate in due tappe.
Ieri il cancelliere Angela Merkel ha confermato, incontrando i ministri-presidenti dei 16 Länder, che è pronta a presentare nuovi aiuti in gennaio. Ha anche detto che gli investimenti dovrebbero sostenere in particolare la parte occidentale del Paese, tralasciata in questi anni in cui si è aiutato in particolare la ex DDR. Questa scelta è stata criticata da alcuni Länder dell’Est.
Non è facile per il Governo tedesco aiutare un’economia sbilanciata sul fronte delle esportazioni. Dietro al calo dell’Ifo c’è il pessimismo di molte aziende specializzate nella produzione di macchine utensili e beni strumentali che stanno subendo il crollo della domanda proveniente dai Paesi emergenti.
L’andamento dell’euro complica l’equazione. La moneta unica non si è rafforzata solo contro il dollaro (dal 1° dicembre del 15%). Su base ponderata sugli scambi, l’euro ha guadagnato il 10,7% dal 3 dicembre, alla vigilia dell’ultima riunione del consiglio direttivo della Banca centrale europea dedicata alla politica monetaria.
beda.romano@ilsole24ore.com