Barbara Romano, Libero 2/1/2008, pagina 17., 2 gennaio 2008
Un ricordo giovanile di Franco Zeffirelli, con i suoi amici: «Organizzavamo spedizioni di gruppo in campagna con le biciclette, ogni tanto ci fermavamo a fare merenda e poi per ridere ci masturbavamo a vicenda
Un ricordo giovanile di Franco Zeffirelli, con i suoi amici: «Organizzavamo spedizioni di gruppo in campagna con le biciclette, ogni tanto ci fermavamo a fare merenda e poi per ridere ci masturbavamo a vicenda. Gareggiavamo a chi ce l’aveva più grosso, a chi aveva più pelo, a chi arrivava più lontano con lo schizzo. Quelli più intraprendenti prendevano il ragazzino più debole e lo mettevano sotto. Era un mondo un po’ animale. Dopo, in adolescenza, sono venute le grandi passioni. Non si ama mai come a quell’età». Il suo primo amore fu «Carmelo Bordone, mio compagno di classe al liceo artistico. Eravamo innamorati anche se non lo sapevamo. O non volevamo ammetterlo». Se lo confessarono ormai adulti: «Mi raccomandò il figlio, che è diventato uno scenografo famoso. Mi disse: "Spero che con te lui abbia più fortuna di quanta ne abbia avuta io, visto che tra noi non è mai successo niente". Ho avuto un’adolescenza piuttosto scarsa di sesso». La sua prima volta «durante la guerra, quando ero asserragliato con i partigiani sulle montagne di Firenze. Successe con un contadino che si chiamava Vieri ed era nascosto in quei boschi. Dormimmo in una notte di gelo avvolti in una coperta dentro una grotta, e venne quel contatto. La ricordo come un’esperienza bella, perché eravamo talmente giovani... Ci attaccammo uno all’altro mentre il pericolo incombeva da tutte le parti. Intorno a noi c’erano i tedeschi che c’impiccavano se ci beccavano». Ha cominciato a sentire di essere omosessuale a 14-15 anni: «non l’ho sentito come un movimento sessuale dentro di me. Era l’esaltazione che ti prendeva dal fondo dell’anima per un amico. Ti innamoravi e non sapevi dar forma a questo sentimento». Suo padre non sospettò mai che tra lui e Visconti ci fosse una relazione: «Anzi, era orgoglioso di quella che lui pensava fosse una semplice amicizia. E gli faceva dei regali incredibili. Gli fece ricamare un fantastico servizio di tovaglie fiorentine per ringraziarlo del bene che mi faceva. Zia Lide, invece, furbissima, aveva capito eccome. E si divertiva un sacco. Una volta mi disse: "Porta quanti ragazzi vuoi a casa, ma le donne no, perché rompono le scatole, non lavano i piatti e lasciano in disordine. Era grande amica dei miei amici checche». Per Visconti dice di non aver provato amore: «Amore non direi. L’amore è una cosa un po’ sghemba. Ero profondamente colpito. Mi piaceva tutto di lui, anche le cose negative. Lo osservavo con molto interesse». Dice che l’amore più grande sono i suoi cani.