Michele Giordano, Chi, 7 gennaio 2008, 7 gennaio 2008
Da quando la tv Al Arabiya ha dato la notizia, il governo saudita le ha bloccato il sito: il gruppo radicale sciita Hezbollah ha chiesto al comune di Beirut che il banco promozionale della sua rivista, Jasad (Il corpo), venisse eliminato dalla locale fiera del libro; qualcuno ha persino diffuso la notizia che al periodico sarebbe stata allegata una sua foto nuda
Da quando la tv Al Arabiya ha dato la notizia, il governo saudita le ha bloccato il sito: il gruppo radicale sciita Hezbollah ha chiesto al comune di Beirut che il banco promozionale della sua rivista, Jasad (Il corpo), venisse eliminato dalla locale fiera del libro; qualcuno ha persino diffuso la notizia che al periodico sarebbe stata allegata una sua foto nuda. Joumana Haddad, 38 anni, prima donna a editare un magazine che affronta temi legati al sesso (il primo numero è uscito il 23 dicembre), non molla: «Chiariamo subito che Jasad non è Playboy, è un trimestrale di cultura erotica finalizzato a liberare le menti incancrenite di buona parte delle donne arabe, a combattere la schizofrenia antisesso del nostro mondo che, peraltro, ha tradito la nostra tradizione». Quali argomenti affronta in questa rivista? «Si va da una mia intervista sul sesso orale alla scrittrice francese Catherine Millet, illustrata da una scultura assai esplicita, a un dossier sul cinema porno a partire da Gola profonda a un’inchiesta sull’omosessualità nel mondo arabo, a una disquisizione sul feticismo del piede. Tutti argomenti fino a oggi tabù. […] Fra l’altro così si uccide la nostra lingua, ricchissima di termini sessuali: l’organo maschile, ad esempio, ha decine di appellativi antichi e moderni, dallo zeb delle Mille e una notte al più moderno er. Lo stesso vale per quello femminile».