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 2008  dicembre 20 Sabato calendario

«FARO’ UN LIBRO CON LE MIE BARZELLETTE»

L’ultima è ambientata in un bordello. Originariamente ”dedicata” a Umberto Bossi, adesso riadattata per Tonino Di Pietro. Barzellettiere d’eccezione, Silvio Berlusconi: ci sono due interlocutori, un vecchio politico e un anziano cronista parlamentare. Fa il primo al secondo: «Oramai te le posso confessare. Un tempo andavo a puttane. Eravamo io, De Gasperi, Nenni, Togliatti e Di Pietro». L’altro, incredulo: «Impossibile». Ma il politico insiste: « vero: De Gasperi, cattolico, dopo si confessava. Nenni, avaro, si faceva pagare da noi. Togliatti, beh... sai come nasce la sua proverbiale doppiezza? Ne voleva sempre due». L’altro, dubbioso: «Ma Di Pietro? All’epoca era un ragazzino». «Aspettava la mamma». Risate. La storiella, agli europarlamentari di Forza Italia che pranzano con il presidente del Consiglio in un hotel di via Veneto, è piaciuta. E Berlusconi, soddisfatto dal successo ottenuto dalla sua gag, fa un annuncio. Per certi versi epocale: «Scriverò un libro sulle mie barzellette».

più barzellette per totti
La prima raccolta del genere fatta da un inquilino di Palazzo Chigi. Forse la prima in assoluto data alle stampe da un personaggio pubblico. D’accordo, c’è il precedente di Francesco Totti, il capitano della Roma che ha raccolto in un volume tutte gli aneddoti che giravano su di lui. L’idea del Cavaliere è diversa, però. Vuole mettere insieme tutte le barzellette che racconta lui. Sugli altri. Ma anche quelle che, autoironico, dedica a se stesso. Escluse, ovviamente, quelle zozze. E ce ne sono. Eccome. Alcune fanno ridere sul serio. Altre sono freddure tipo ”la sai l’ultima sui carabinieri” o del genere ”un italiano, un americano e un napoletano”. Roba che strappa al massimo qualche sorriso di circostanza. O risate che sanno di piaggeria. Fatto sta che Silvio ne ha sempre pronta una. Specie nelle situazioni ufficiali e ingessate. Dove il presidente del Consiglio utilizza le sue storielle per rompere il ghiaccio e creare un clima di complicità con gli interlocutori.

silvio e la lavanderia
Ai commercianti, per esempio, ha raccontato quella della lavanderia: «Un giorno Berlusconi va con la moglie per compere. A un certo punto è rapito da una vetrina. E fa a Veronica: ”Guarda: una maglietta a 5 euro, un paletot a 15 euro, un vestito a 30 euro!”. E lei, con gli occhi rivolti al cielo: ”Silvio, basta! Lascia stare questa tintoria..”». L’elenco delle barzellette autoironiche è lungo. Quella della manifestazione della Cgil vista dall’elicottero? Un altro cavallo di battaglia: «Berlusconi sorvola un corteo del sindacato. Sono tutti arrabbiati neri. Lui pensa: butto giù un biglietto da 10 mila euro, così almeno uno lo faccio contento. Ma il figlio, furbo: ”Papà, butta due biglietti da 5 mila, così ne fai contenti due”. Ma la figlia, ancora più scaltra: ”Babbo, tirane dieci da mille, così ne fai contenti dieci”. Finché non interviene il pilota dell’elicottero: ”Dottò, se si butta giù lei, li fa contenti tutti...”. C’è poi il filone mistico. La storiella della nuova, bellissima, auto del Cavaliere, per esempio. Dove, sul cruscotto, tra gli altri gadget c’è una foto e una scritta: ”Papà pensami, non correre!”. E la foto ritrae un bel giovanotto. Biondo. Con una corona di spine in testa. L’altra barzelletta, invece, vede protagonisti Berlusconi e il Papa. Camminano sul Lungotevere e al Pontefice casca la Bibbia nel fiume. Silvio, pronto, si avvicina all’acqua e, camminando sulla sua superficie, recupera il testo sacro. L’indomani, ecco il titolo dell’Unità: ”Berlusconi non sa nuotare!”.

Fausto, Massimo e...
L’altro repertorio è quello sulla sinistra. Che ora si è arricchito di un nuovo personaggio, Di Pietro. Ma un vecchio classico è il dialogo tra Bertinotti e D’Alema: «Il primo al secondo: ”Massimo hai una brutta faccia, cosa ti è successo?”. ” morto Berlusconi”. ”Ma no… cosa è successo?”. ” andata a fuoco la sede di Forza Italia”. ”Che brutta morte, carbonizzato”. ”No”, ribatte D’Alema, ”era all’ultimo piano, si è buttato”. E Bertinotti: ” morto sfracellato, allora?”. ”No, c’erano i pompieri con i teloni elastici, è rimbalzato. Ma è andato sulle linee dell’alta tensione”. ”Mamma mia, fulminato!”. ”No, ha fatto leva anche lì ed è tornato sul telone dei pompieri...”. ”Ma allora”, si spazientisce Bertinotti, ”come è morto?” . E D’Alema: ”Abbiamo dovuto abbatterlo...”. C’è infine un altro classico: lo show da vertice internazionale. Dove Silvio fa di tutto: cùcù ai capi di Stati, battute ai pranzi ufficiali, ma soprattutto racconta barzellette. Di recente, Silvio ha rivelato il tentativo, fallito, di convincere Bush a non invadere l’Iraq con una storiella. C’aveva lavorato tutta la notte, in aereo, con Valentino Valentini. Il consigliere per la politica estera aveva anche tradotto la barzelletta del leone e del lupo dal toscano allo slang newyorkese. Ma niente da fare: «Risero tutti», ha ricordato Berlusconi, «tranne George W.».