Maddalena Camera e Paolo Stefanato, Il Giornale 20/12/2008, 20 dicembre 2008
INTERVISTA SU ALITALIA A KLAUS WALTHER (LUFTHANSA)
Mentre ieri il vice di Jean Cyril Spinetta, Pierre Henri Gourgeon, era impegnato nella riunione-fiume con i vertici di Cai, il senior vice president di Lufthansa, Klaus Walther, da Francoforte aveva il compito di sostenere le ragioni della compagnia tedesca per una partnership con Alitalia. Perchè - gli abbiamo chiesto - Cai dovrebbe preferire voi? «Pensiamo che il business plan che abbiamo presentato a Cai a novembre sia molto importante per lo sviluppo della nuova società. Una partnership con noi è più interessante di quella con Air France, che porterebbe tutti i voli nel suo hub di Parigi. Noi sosteniamo un approccio locale che è quello più interessante per chi vola per lavoro e vuole avere collegamenti diretti senza scali. Questo perché noi con la nostra Star Alliance abbiamo più accordi con altre compagnie rispetto a quelli di SkyTeam (Air France) o Oneworld (British). Produrremmo sinergie per almeno 500 milioni all’anno».
Dite che garantireste non uno, ma due hub, Malpensa e Fiumicino: perché dovreste riuscire voi dove Alitalia ha fallito e dove Cai non sembra volersi avventurare?
«Siamo abituati a lavorare su più hub, anche piccoli. Abbiamo Francoforte, Monaco, Zurigo: crescono tutti. Air France lavora invece su un hub solamente».
Smontare i rapporti di Alitalia con Air France e SkyTeam costerebbe ad Alitalia tra 200 e 300 milioni in penali: sareste disposti ad accollarvi - oltre all’acquisto del capitale - tale cifra?
«Prima di parlare delle penali dobbiamo valutare il business dato che non abbiamo ancora un business plan dettagliato. Ma potendo contare su sinergie per 500, pagare 200 o 300 milioni potrebbe essere un’ipotesi da prendere in considerazione».
Che quota sareste disposti a rilevare in Cai?
«Dal 10 al 25%».
Oggi in Italia avete un accordo commerciale con Air One, che è stata acquistata da Alitalia. Se questa finirà nell’orbita di Air France, come rimpiazzerete il partner sul mercato italiano?
«Vedremo. Abbiamo comunque la nostra controllata Air Dolomiti».
Se resterete soli, pensate di fare di Malpensa un vero hub?
«Malpensa per noi è già una base anche perchè 600 aziende tedesche lavorano nel Nord Italia e sono ottimi clienti. Potremo anche pensare di incrementarla».
Chiedete un ridimensionamento di Linate?
«Si tratta di decisioni del governo italiano».
Se oggi entrate in Alitalia diventate il candidato naturale ad acquistarla: entro quanti anni prevedete che ciò possa avvenire?
«L’ipotesi non è allo studio. Per ora siamo disponibili a rilevare una quota».
Avete acquistato British Midland, Austrian, Brussels e siete in trattative per Sas. Non temete di fare indigestione?
«L’acquisizione di British Midland è del 1999. Per ora tutte le integrazioni sono state profittevoli: quest’anno chiuderemo con 1,1 miliardi di utili. Il nostro sistema è come avere una cucina centrale e tanti ristoranti, che si adeguano al gusto delle diverse zone. Ogni nostra consociata è gestita da manager locali e opera per fornire ai clienti il servizio migliore. Siamo bravi nelle integrazioni: per questo riteniamo di essere il miglior partner per Alitalia-Cai, a cui potremo garantire un 30% di fatturato in più».
A vostro favore si sono spesso pronunciate forze di governo e lo stesso presidente del Consiglio. Che rapporti avete con Roma su questa vicenda?
«Siamo contenti che il presidente Berlusconi abbia usato parole lusinghiere nei nostri confronti dicendo che potevamo essere un ottimo partner per Alitalia. Ma non ci sono stati contatti diretti e anche il lavoro di lobby è stato modesto. Abbiamo incontrato invece il sindaco di Milano Moratti e il presidente di Cai Roberto Colaninno».