Wall Street Journal, 19 dicembre 2008, 19 dicembre 2008
La crisi globale sta mettendo in ginocchio la Russia, che assiste al disfacimento del miracolo economico che il petrolio le aveva garantito negli ultimi anni
La crisi globale sta mettendo in ginocchio la Russia, che assiste al disfacimento del miracolo economico che il petrolio le aveva garantito negli ultimi anni. Valdimir Putin ha disegnato un scenario nero per l’economia russa: da ottobre 7.500 aziende hanno informato il Cremlino dell’intenzione di licenziare il personale, 207 mila lavoratori sono già in cassa integrazione. Il governo, ha spiegato il premier, sta mettendo a punto una lista di imprese in difficoltà che potrebbero avere bisogno di un salvataggio di Stato. Il pacchetto da 200 miliardi di dollari annunciato a ottobre non sta funzionando, la banca centrale, dopo avere speso miliardi di dollari per rafforzare il rublo ora lo sta lasciando svalutare e le previsioni per le esportazioni di greggio, principale ricchezza della Russia, sono negative. Qua e là spuntano manifestazioni di cittadini allo stremo:questa settimana si sono viste proteste popolari a Vladivostok contro l’aumento delle tasse sulle cessioni delle macchine straniere di seconda mano, una delle attività più diffuse nella regione dell’est russo. A Mosca, San Pietroburgo e Kaliningrad si sono visti scioperi e proteste. A Barnaul, in Siberia, migliaia di anziani a ottobre sono scesi in piazza contro l’annullamento del biglietto agevolato per l’autobus. I pensionati, in Russia, sono la categoria sociale più povera. Dopo tre giorni di protesta, con blocchi delle vie centrali, richieste di dimissioni del delegato sindaco della città e tentativi di sfondare nel palazzo municipale i pensionati sono stati accontentati. Ma la rabbia sociale spaventa sempre più il Cremlino, che teme che gli possano sfuggire di mano le crescenti proteste provocate dalla crisi.