Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  dicembre 19 Venerdì calendario

Il 19 dicembre è scaduta la trega tra Hamas e Israele. Già nelle 48 ore precedenti erano stati lanciati quaranta razzi da Gaza sul Sud di Israele, che aveva reagito distruggendo con un raid aereo due fabbriche di missili a Khan Yunis e Jabaliya

Il 19 dicembre è scaduta la trega tra Hamas e Israele. Già nelle 48 ore precedenti erano stati lanciati quaranta razzi da Gaza sul Sud di Israele, che aveva reagito distruggendo con un raid aereo due fabbriche di missili a Khan Yunis e Jabaliya. La tregua era stata raggiunta sei mesi fa, grazie alla diplomazia egiziana, e da allora aveva retto. Hamas l’aveva imposta alle altre fazioni più riottose, usando la forza per farla rispettare. Ora sembra improbabile che questa tregua venga rinnovata. Dentro la Striscia di Gaza ha prevalso l’ala radicale, che ha la sua base in Siria e fa capo a Khaled Meshaal. «Né tregua né guerra» è la loro linea. Durante questi mesi l’Iran l’ha istigata e armata con armi potenti. Israele intanto vorrebbe evitare il ritorno a scontri armati, anche perché nessuna azione militare limitata può fermare il lancio di razzi Qassam. Solo un’operazione su larga scala può farlo, ma occorrono uomini, mezzi e tempo. Per questo il ministro della Difesa Ehud Barak ha scelto per ora la linea dell’attesa.