Fabio Pavesi, Il Sole-24 Ore 18/12/2008, pagina 15, 18 dicembre 2008
I bilanci della Romeo Gestioni Alfredo Romeo custodisce gelosamente un segreto. Di quelli che tutti ambirebbero conoscere
I bilanci della Romeo Gestioni Alfredo Romeo custodisce gelosamente un segreto. Di quelli che tutti ambirebbero conoscere. La sua azienda operativa, la Romeo Gestioni, è infatti una vera e propria miniera d’oro che macina anno dopo anno, imperturbabile a ogni evento, quantità formidabili di utili. Ne ha prodotti per oltre 28 milioni nel 2007; 23 li ha sfornati con il bilancio del 2006. E con una precisione millimetrica ha fatto altrettanto gli anni precedenti. E così negli ultimi 5 anni quell’attività di manutenzione e gestione di case, palazzi e strade del patrimonio pubblico di mezz’Italia ha consentito all’imprenditore casertano di portare nelle casse della sua azienda oltre 110 milioni di euro. Pagate le tasse s’intende, poiché a livello operativo la montagna di soldi accumulata varrebbe il doppio. Novello Re Mida Si dirà che quei soldi, in assoluto, non paiono gran cosa. Ma è qui l’errore. Vista in termini relativi, Alfredo Romeo è solo un passo indietro a Re Mida. Già perché quei 25 milioni, euro più euro meno, che ogni anno entrano nelle sue tasche, sono prodotti su ricavi non così eclatanti. I soldi che incassa dai committenti (per lo più pubblici) valgono ogni anno tra i 130 e i 145 milioni di euro, che non è gran cosa. Se poi aggiungiamo la grande abilità (sic!) di Romeo nella gestione del costo del lavoro (a cui va solo il 7-8% del fatturato prodotto) e ovviamente dei servizi prestati, ecco il segreto del successo. Valutato sotto quest’aspetto, Romeo è l’imprenditore più ricco d’Italia. Non c’è azienda nel nostro Paese che possa vantare così alti livelli di profittabilità. Basti pensare che una società come l’Eni ha trasformato in utili netti solo l’11% dei suoi ricavi del 2007. O la Geox , una delle realtà più solida e ricche, non è andata al di là, sempre nel 2007, del 16%. Romeo vola, invece con quel tasso del 20% e più di utili netti sui suoi (pochi) ricavi. Tanta liquidità gli consente di non avere nessun debito con le banche. E di patrimonio accumulato ne ha a iosa: oltre 70 milioni di euro, oltre a tenere in libretti bancari e postali una sessantina di milioni pronti all’uso. Ma tanta magnificenza non può essere dovuta solo alla bravura. Il suo arresto e le intercettazioni mostrano che il vero segreto erano, molto probabilmente, gli appalti "confezionati su misura" per le sue tasche. Appalti su misura A cominciare dalla commesse record: come il maxi-appalto per la manutenzione delle strade della Capitale: 580 milioni per 9 anni, quando a Bologna o a Firenze si paga per lo stesso servizio quindici volte meno. Un abisso. O la gestione che dura da molti anni del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli. Un servizio che ha reso alla collettività la miseria di soli 13 milioni di euro su un "pacchettone "di case e uffici che di milioni ne valgono oltre 2.000. Chiunque ,viste le cifre, avrebbe saputo far rendere quelle case assai di più. E allora l’equazione è quasi scontata. Appalto ricco, Romeo ci si ingrassa e i Comuni ci perdono. Fabio Pavesi