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 2008  dicembre 19 Venerdì calendario

QUANDO BOBO AL PIANO SUPERò IL PROVINO - ELIO GIROMPINI PER IL CORRIERE DELLA SERA. MILANO

All’inizio devo garantire per lui. Siamo stati insieme al liceo, all’università, a Radio Varese. Però gli altri, amici di anni più lontani, quando all’oratorio avevamo cominciato a suonare, non conoscono Bobo Maroni. Al gruppo, che nel 1982 ancora non ha un nome, serve un tastierista. Bobo un po’ di piano l’ha studiato e suona anche l’organo in chiesa. Così affronta un provino nella mansarda di Castronno dove abbiamo ripreso a trovarci. Un po’ di Thunder Road
di Springsteen, poi qualche altro pezzo su un vecchio piano verticale che sarà lì da anni. Promosso. La storia del Distretto 51, «la band di Maroni», come viene spesso definita, comincia così. E dura da 25 anni, a partire dal primo concerto, nel dicembre del 1983, in una palestra di Malnate.
Il primo concerto «non ufficiale », invece c’è già stato, nel 1982. Un amico che ha finito il servizio militare organizza una festa in una villa. Ma Bobo non arriva. Aspettiamo, passano ore, poi si suona senza di lui. Paura del palco? Si è sentito male? Il giorno dopo sappiamo che è stato «blindato» fino a sera nella sede del Banco Ambrosiano, dove lavora. Avevano trovato Roberto Calvi «suicidato» a Londra. L’assenza improvvisa, comunque, resterà una caratteristica ricorrente. Alcuni di noi sospettano che abbia scelto poi la politica perché offre ampi margini per giustificazioni verosimili.
In ogni caso, dalle prime prove alla prima cantina, come per ogni rock band che si rispetti, il passo è breve. Ci trasferiamo nella futura casa di Maroni, a Lozza, ancora in costruzione, molto prima di lui e di sua moglie Emi, che poi ci ha sopportati per anni. Non ci sono ancora mobili, soltanto i nostri amplificatori nel locale accanto al garage. D’estate fioccano inviti da feste della birra e, soprattutto, feste dell’Unità o rassegne dell’Arci. Il tarlo dell’incompatibilità politica non ci sfiora ancora.
Per la verità il resto del Distretto viene a sapere dell’inizio della carriera del tastierista da una notizia pubblicata dalla Prealpina nel 1990: Roberto Maroni («Ma non sarà un omonimo?») è il nuovo (magari anche primo) segretario provinciale della Lega Lombarda. Nel giro di un paio d’anni ci dobbiamo dare una regolata: basta feste politiche. Anche quelle della Lega, però. L’ultimo no Bobo l’ha incassato, con disciplina, tre anni fa.
Il gruppo, negli anni cresce: c’è chi smette, chi si aggiunge, chi se ne va e poi torna. Tutti, futuro ministro compreso, fanno turni da muratori e carpentieri per ristrutturare un garage (eccoci) come sala prove. Cambia il genere, dal rock al soul senza mai pretendere di farsi passare per musicisti veri: nessuno, del resto, ci crederebbe.
Adesso sul Distretto 51 esce anche un libro, neanche fossimo i Rolling Stones. Un po’ sorpresi, pensiamo: cosa scriveranno di noi? Dei concerti al Festival Soul di Porretta, con i grandi della musica nera, o del futuro ministro che insieme ai Capric Horns girava nelle vie centro a Varese, la vigilia di Natale, mascherato da Santa Claus suonando «Jingle Bells»? Erano «i Babbi», nati per scommessa e cancellati dalla politica.
Circola la voce che il ministro, sempre lui, abbia scritto agli inizi di questa storia una canzone che sarà eseguita nei concerti per i 25 anni della band, il 21 e 22 dicembre, a Varese. Vero o falso? Vero: alla Siae risulta essere uno dei due autori. Ma anche falso: la canzone non è stata scritta da lui che però, per permettere di depositare il brano, va a sostenere l’esame da «compositore» preteso (allora) dalla Siae. «Come una bugia», era stata inviata a un concorso Rai per band debuttanti. Senza successo, ovviamente, e si è rivelato un bene. Fosse andata diversamente non saremmo qui, tanti anni dopo, a suonarla tutti insieme soltanto per divertirci.
Elio Girompini