p. co, la Repubblica 19/12/2008, pagina 23., 19 dicembre 2008
A Roma esiste una scuola, aperta a uomini e donne, dove si impara a fare i gladiatori. Organizzata dal Gruppo storico romano, è divisa per gradi: si comincia come apprendisti, dopo il Sacramentum gladiatorum (giuramento all’ars dimicandi, l’arte di combattere) può frequentare i corsi dove si impara a usare la rudis (spada di legno), il gladio (spada corta di ferro), si indossano elmo e scudo, l’armatura, ci si addestra a combattere
A Roma esiste una scuola, aperta a uomini e donne, dove si impara a fare i gladiatori. Organizzata dal Gruppo storico romano, è divisa per gradi: si comincia come apprendisti, dopo il Sacramentum gladiatorum (giuramento all’ars dimicandi, l’arte di combattere) può frequentare i corsi dove si impara a usare la rudis (spada di legno), il gladio (spada corta di ferro), si indossano elmo e scudo, l’armatura, ci si addestra a combattere. Col tempo si sale di livello (Lupus, Leo, Aquila) e i più appassionati si specializzano e diventano Reziario, Mirmillone, Trace o Amazzone. Sergio Iacomoni (nome d’arte "Nerone"), presidente del gruppo, dice che i gladiatori della sua scuola sono circa 200 e si combatte con regole precise, senza farsi del male: «Il colpo non va portato a fondo, la spada si deve fermare a 5 centimetri dalla testa. Nella lotta le armi sono lusorie, ricostruzioni fedeli di quelle usate dai gladiatori in combattimento, stesso peso e stessa dimensione, ma non affilate, né appuntite. Un arbitro decide il vincitore quando suppone che abbia toccato l’avversario in un punto mortale».