Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  dicembre 19 Venerdì calendario

A Roma esiste una scuola, aperta a uomini e donne, dove si impara a fare i gladiatori. Organizzata dal Gruppo storico romano, è divisa per gradi: si comincia come apprendisti, dopo il Sacramentum gladiatorum (giuramento all’ars dimicandi, l’arte di combattere) può frequentare i corsi dove si impara a usare la rudis (spada di legno), il gladio (spada corta di ferro), si indossano elmo e scudo, l’armatura, ci si addestra a combattere

A Roma esiste una scuola, aperta a uomini e donne, dove si impara a fare i gladiatori. Organizzata dal Gruppo storico romano, è divisa per gradi: si comincia come apprendisti, dopo il Sacramentum gladiatorum (giuramento all’ars dimicandi, l’arte di combattere) può frequentare i corsi dove si impara a usare la rudis (spada di legno), il gladio (spada corta di ferro), si indossano elmo e scudo, l’armatura, ci si addestra a combattere. Col tempo si sale di livello (Lupus, Leo, Aquila) e i più appassionati si specializzano e diventano Reziario, Mirmillone, Trace o Amazzone. Sergio Iacomoni (nome d’arte "Nerone"), presidente del gruppo, dice che i gladiatori della sua scuola sono circa 200 e si combatte con regole precise, senza farsi del male: «Il colpo non va portato a fondo, la spada si deve fermare a 5 centimetri dalla testa. Nella lotta le armi sono lusorie, ricostruzioni fedeli di quelle usate dai gladiatori in combattimento, stesso peso e stessa dimensione, ma non affilate, né appuntite. Un arbitro decide il vincitore quando suppone che abbia toccato l’avversario in un punto mortale».