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 2008  dicembre 19 Venerdì calendario

la Repubblica, venerdì 19 dicembre 2008 PESCARA - Alla fine di un pomeriggio pure carico di una qualche attesa, l´ex sindaco Luciano D´Alfonso e il suo ex tesoriere al Comune, Guido Dezio, l´uomo che ne è stato, per la pubblica accusa, il braccio e la tasca, lasciano la Procura con il buio

la Repubblica, venerdì 19 dicembre 2008 PESCARA - Alla fine di un pomeriggio pure carico di una qualche attesa, l´ex sindaco Luciano D´Alfonso e il suo ex tesoriere al Comune, Guido Dezio, l´uomo che ne è stato, per la pubblica accusa, il braccio e la tasca, lasciano la Procura con il buio. Senza una parola e da un´uscita secondaria. Forse, perché consapevoli che i loro interrogatori congelano la scena del caso giudiziario che li ha travolti. Allontanando la possibilità di qualunque accelerazione, chiarimento, capovolgimento. Dezio, come suo diritto, si avvale della facoltà di non rispondere alle domande del gip De Ninis e del pm Varone. D´Alfonso, al contrario, parla per oltre tre ore (la conclusione della sua deposizione è stata aggiornata a domani) senza, tuttavia, introdurre alcuna circostanza di fatto in grado di allentare la pressione che lo schiaccia. La sua difesa - per quel che ne riferiscono fonti qualificate presenti all´interrogatorio - è tutta e soltanto "politica". Nega di aver anche soltanto saputo di contributi illegittimi, accollandone le eventuali responsabilità al suo staff. Osserva che l´eventuale «illegittimità» degli atti amministrativi della sua giunta interpella i tecnici del Comune. Ribadisce che quelli di Carlo Toto, patron di AirOne, sono stati «soltanto i regali di un amico». Conclude, dunque, che processare la sua stagione di sindaco significa processare l´insindacabile diritto di indirizzo politico. Speculare per certi versi a quello "napoletano", il nodo che stringe e segna questo affare - il capovolgimento del rapporto di forza tra politica e impresa e la capacità di quest´ultima di scrivere l´agenda della prima, di condizionarne, fino ad annullarla, la volontà - resta dunque intatto. Perché intatto resta il nodo della qualità del legame tra Luciano D´Alfonso e Carlo Toto. I cardini del «patto» abruzzese. Del resto, il passaggio non si presenta agevole per l´ex sindaco. Agli atti del gip, che, nella sua ordinanza, chiosa il rapporto tra i due ora come «imbarazzante», ora come «espressione di una perfetta osmosi», sono infatti documentate almeno due nuove circostanze - per altro contestate nell´interrogatorio di ieri - che sfuggono al folclore casereccio dei voli a scrocco, delle munificenze alberghiere, delle regalie tra compari di anello. Si parla di appalti. Il primo porta il nome della strada provinciale 81, la "Mare-Monti", che collega Chieti ad Ascoli Piceno ed è storia che ha inizio nel 1999. D´Alfonso è presidente della Provincia di Pescara e sigla con l´Anas una joint-venture per lavori di intervento sul tracciato della provinciale. D´Alfonso ha fretta di chiudere l´appalto e sollecita un geometra dell´amministrazione, tale Giuseppe Cantagallo, a procedere celermente nel redigere i criteri di gara. Il geometra si mette al lavoro e scopre quel che oggi riferisce ai magistrati di Pescara: «Per la redazione dell´elenco prezzi necessario al computo metrico, D´Alfonso mi invitò a contattare un certo Rapposelli. E quando lo chiamai scoprii che lavorava per la Toto spa di Pescara». La gara, insomma, non è ancora bandita, ma chi ne deve essere il vincitore partecipa clandestinamente alla formazione del bando (Toto - per altro condannato nell´88 proprio per un appalto Anas - si aggiudicherà la gara perché sua sarà l´unica offerta a non essere esclusa). Cantagallo ricorda dell´altro. «D´Alfonso ebbe successivamente modo di dirmi, in maniera entusiasta, che Toto era riuscito a riprendersi l´appalto pagando un miliardo delle vecchie lire alla ditta Cetti perché si ritirasse dalla gara e aggiunse: con Toto si può parlare perché è azienda vicina al nostro gruppo». Di più. A Toto, quando è ormai il febbraio 2005 e D´Alfonso è al suo primo mandato di sindaco di Pescara, viene concessa una variante del progetto originario che, oltre a gonfiarne i costi, fa sconfinare il tracciato stradale nell´area protetta della Riserva del lago di Penne. E il trucco è in una cartografia farlocca che modifica i reali confini del Parco (un appunto trovato durante la perquisizione degli uffici della Toto spa documenterebbe come sia stato lo stesso imprenditore a chiedere quella modifica). Ma non è tutto. Perché in un rapporto che fa di D´Alfonso lo strumento di Toto, accade che l´ex sindaco si faccia parte diligente anche lontano da Pescara. Negli uffici di Marco Molisani, vice-capo di gabinetto del Comune, la Procura sequestra infatti copia di una lettera che D´Alfonso invia a Vittorio Prodi, fratello dell´ex presidente del Consiglio, oggi eurodeputato, e allora presidente della Provincia di Bologna. L´oggetto è sempre lui: Carlo Toto e la sua impresa di costruzioni. C´è un appalto per cui corre in Emilia. D´Alfonso chiede un occhio di riguardo. Carlo Bonini