Roselina Salemi, La Stampa 19/12/2008, 19 dicembre 2008
Non sappiamo se Barack Obama smetterà davvero di fumare, se manterrà la promessa di rinunciarci appena entrato alla Casa Bianca o se uscirà di notte sulla balconata, come faceva Bill Clinton e dopo di lui Laura Bush che, alla fine di una dura giornata, accendeva una di quelle sigarettine lunghe, da signora, senza farsi vedere, negando anzi di averlo mai fatto
Non sappiamo se Barack Obama smetterà davvero di fumare, se manterrà la promessa di rinunciarci appena entrato alla Casa Bianca o se uscirà di notte sulla balconata, come faceva Bill Clinton e dopo di lui Laura Bush che, alla fine di una dura giornata, accendeva una di quelle sigarettine lunghe, da signora, senza farsi vedere, negando anzi di averlo mai fatto. Certo è che dopo l’outing in campagna elettorale («Ho fumato dieci sigarette al giorno per anni, ho smesso, ho ricominciato») e la sibillina dichiarazione della moglie Michelle («Non lo vedo da mesi con una sigaretta in mano», cioè, «da me non si fa vedere») per il neopresidente Obama il tema fumo diventa caldo, anche se ha di fronte problemi più seri. Il fumo è politico. Tra i pochi a resistere c’è Arnold Schwarzenegger, governatore della California, che non rinnega i sigari e, anzi, ritiene «eccessive» le campagne no smoking negli Usa. Dove, almeno sulla carta, hanno smesso quasi tutti, da Julia Roberts a Anthony Hopkins al baby marito di Demi Moore, Ashton Kutcher. Il tabacco è diventato un piacere da coltivare in solitudine, un po’ vergognandosi. Come nel caso di ben altri peccati, si fa ma non si dice. Dei tredici milioni di italiani che fumano, tanti preferiscono non ammetterlo e lo dimostra il libro dei sotterfugi («Cento scuse per concedersi una sigaretta»), un manualetto semiclandestino, senza editore, ricco di suggerimenti e continuamente aggiornato dalla lobby sotterranea di chi non può o non vuole liberarsi dalla dipendenza. Qualche idea: «Faccio parte di un gruppo di ricerca sulla nicotina». «Recito in uno spettacolo, devo entrare nel personaggio». «Questa è l’ultima. Da domani vado in terapia». Chi non ha ancora chiuso come il regista Ferzan Ozpetek («Nessuno mi dirà più che fumo come un turco!», ride ) e la showgirl Alba Parietti, o non ha abbastanza faccia tosta, è costretto ad approfittare di balconcini, sgabuzzini vuoti, tettoie, o allontanarsi alla chetichella. successo alla scrittrice Silvana La Spina che, alla presentazione del suo libro al museo di storia contemporanea a Milano («La bambina pericolosa», Mondadori), è letteralmente scomparsa. Si era rifugiata in un angolo del cortile, semicongelata, ma felice dell’ultima boccata di nicotina: «Ormai so come sgusciare via, dove infilarmi per un paio di minuti. Lo confesso: ho questo vizio». Ma anche l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace non scherza: durante un cocktail natalizio, l’hanno vista smaterializzarsi ed era fuori, con quattro gradi e un filo di fumo che saliva da sotto il cappello nero. Meno appariscente della teatrale pipa di Simonetta Agnello Hornby, acclamata romanziera. Belen Rodriguez, simpatica quasi-vincitrice dell’Isola dei famosi, attentissima all’immagine, fuma ma non vuole parlarne, né farsi vedere. Macaulay Culkin, ex bimbo prodigio di «Mamma, ho perso l’aereo», protagonista del telefilm «Kings» per la Nbc, dopo le criticate foto con la sigaretta in bocca, sostiene di aver smesso e si chiude a chiave in camerino. Quando esce, lascia in eredità una nuvola tossica. Mentre Johnny Depp, non fumatore a Los Angeles, si sfoga a Londra (il divieto non è così rigido), dove è possibile seguire la scia odorosa del suo tabacco alla liquirizia. Beccate dai paparazzi, sia Mischa Barton, la Marissa della serie «The O.C», con la sigaretta in mano in un bar di Los Angeles, sia l’ormai strafamosa Kristen Stewart di «Twilight», raggomitolata su una scala con una curiosa pipetta. In pubblico, si dichiarano no smoking. Al contrario di Tessa Gelisio, conduttrice tv di Pianeta Mare, salutista e ambientalista convinta: «Fumo e avverto l’ostilità dei non fumatori. Uomini, specialmente, perché ormai fumano soltanto le donne. Ci trattano come appestate… Ma si muore di più per le schifezze che ci arrivano nel cibo. Perciò, senza dar fastidio a nessuno, mi concedo due boccate prima di sedermi al ristorante o in una pausa di lavoro». Sono rimasti in pochi. Ramona Badescu, oggi consigliere speciale del sindaco di Roma Gianni Alemanno per i rapporti con i romeni, che ha fatto da madrina all’Habanos Night di Roma. Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, con il sigaro in bocca sui manifesti, lo scorso marzo, e lo scrittore Andrea Camilleri, la cui passione per il fumo è servita da spunto a una delle più belle gag di Fiorello («Mi hanno rubato la macchina!». «Dispiaciuto?». «Non tanto per la macchina: è che dentro c’erano le sigarette…»). Così è scattata la controffensiva. AF (Associazione di fumatori cortesi e non fumatori tolleranti) apre il dibattito sulla convivenza pacifica, mentre su Yahoo c’è chi raccoglie adesioni per la campagna «Vivi e lascia fumare». Intanto è arrivato il primo videogioco con quindici mini-game no smoking della Unisoft per console Nintendo DS (29,99 euro). Tra le prove da superare due sono proprio terribili: cucinare con nicotina, mozziconi e cenere e aggiustare i denti rovinati dal tabacco. Ispirato al bestseller di Allen Carr, « facile smettere di fumare se sai come farlo», nove milioni di copie vendute nel mondo, forse risolverà problemi di polmoni e di ipocrisia. Anche per Obama.