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 2008  dicembre 19 Venerdì calendario

Un progetto di golpe ordito da 25 vigili urbani e l’Uomo Scarpa che implora perdono. Tanto è avvenuto a Baghdad nelle ultime 24 ore

Un progetto di golpe ordito da 25 vigili urbani e l’Uomo Scarpa che implora perdono. Tanto è avvenuto a Baghdad nelle ultime 24 ore. A svelare l’esistenza di una «rete di cospiratori» dentro due dicasteri è stato un portavoce del premier Nuri al Maliki, spiegando che si tratta di «funzionari, in gran parte ufficiali addetti al traffico urbano» intenti a «facilitare attività terroristiche per ricostituire il partito Baath» al punto da far ipotizzare un possibile progetto di golpe per far tornare al potere gli eredi politici del defunto dittatore Saddam Hussein. La rivelazione dell’esistenza del network di vigili urbani-cospiratori legati alle cellule clandestine baathiste di «Awad» (Ritorno) è stata data dalle radio di Baghdad poco dopo la rivelazione che Muntazar al Zaidi, detenuto per aver lanciato sabato scorso due scarpe contro il presidente americano Bush, ha deciso di fare mea culpa per l’irriverente gesto. Il giornalista della tv Al-Baghdadia ha scritto di proprio pugno al premier al-Maliki chiedendo di «essere perdonato» per aver commesso «un atto orribile», spiegando di provare «rimorso e pena per il mio comportamento». L’ammissione di colpa, dopo neanche una settimana di detenzione nelle celle governative, si unisce alla «richiesta di perdono» che Al Zeidi avanza al premier ricordando come «lei mi accolse a casa sua nel 2005 per un’intervista dicendomi che quella era anche la mia casa». Al Maliki non ha fatto conoscere la propria reazione, ribadendo però che il lancio delle scarpe contro «un leader straniero» comporta «una pena fino a due anni di prigione» senza contare che poiché a fianco di Bush c’era il presidente iracheno Talabani la condanna potrebbe essere assai maggiore. Il fratello dell’Uomo Scarpa, Dhargham, assicura che dietro il pentimento ci sarebbero le «dure percosse ricevute da Muntazer sin da quando è stato arrestato». La lettera di pentimento lascia intendere che la vicenda delle scarpe lanciate si è trasformata in una questione di onore. Al Maliki, in quanto padrone di casa a Baghdad, ritiene che il suo onore sia stato offeso dall’inospitale gesto di Al Zaidi che ora, con un pubblico mea culpa, tenta di rinunciare al proprio sperando di poter uscire di cella. Il timore maggiore di Al Maliki è di veder il repoter sciita trasformato in un leader pericolosamente popolare della piazza.