GRETA RINATA MA NIENTE ILLUSIONI di Grazia Longo, La Stampa, venerdì 19-12-08, 19 dicembre 2008
GRAZIA LONGO PER LA STAMPA DI VENERDI’ 19 DICEMBRE 2008
GRETA, 20 ANNI, SULLA CARROZZINA IN GIARDINO, coperta solo da un plaid a quadri blu. Il sole le illumina il volto e lo sguardo, nonostante un occhio sia coperto da una benda per curare una cheratite. La coccolano prima la nonna, poi la mamma, Laura Vannucci. Le sussurrano parole dolci all’orecchio, che salgono di volume quando arriva un ragazzo. «Tesoro guarda chi c’è - le dice la madre, girando la sedia a rotelle in modo che i due giovani possano vedersi -, guarda chi è venuto a farti compagnia». Accanto c’è anche la sorella di Greta, Ilaria, 14 anni. La sua fotocopia. Bella come lei, con i capelli lunghi neri come li aveva lei prima di quella terribile notte di due anni fa.
«NON AVREI MAI CREDUTO CHE UN GIORNO mia figlia si sarebbe potuta svegliare dal coma - sospira la mamma -, mi rendo conto di essere stata molto fortunata ad aver incontrato medici che hanno avuto fiducia nel recupero». Parla adagio, con calma, senza commuoversi Laura Vannucci. Si intuisce che è una donna forte, determinata, tenace ma anche realista. «Non posso sprecare energie - ammette - Devo usare tutte le energie per occuparmi di Greta. Dopo l’operazione ha imparato a rispondere, a gesti, a nostre domande semplici: alza il braccio più volte quando glielo chiediamo. Mangia anche in modo autonomo, ma so bene che il percorso è ancora lungo. Molto lungo. Lo vede anche lei dove sta: su una carrozzina. Ma io e mio marito Bruno non molliamo, continueremo ad andare avanti per farla migliorare sempre di più».
LA FIDUCIA TALMENTE GRANDE che i genitori di Greta stanno valutando l’opportunità di un trasferimento in Cina per il trapianto delle cellule staminali. «Nel nostro Paese, in casi come questi, non è consentito. Vedremo il da farsi». Il pensiero, inevitabilmente corre ad Eluana Englaro. «Non si devono fare paragoni, perché ogni genitore si deve poter regolare come meglio crede. Ognuno ha la sua storia, che richiede rispetto». Dove trovate la forza per continuare a sperare? «Non lo saprei spiegare. Posso solo assicurare che non ci arrenderemo mai». Bruno e Laura Vannucci le stanno davvero provando tutte con Greta, il papà la sorregge spesso in piedi mentre le parla e la incoraggia. Si alterna con la moglie ma anche con la figlia minore Ilaria. Ed è proprio con lei che spesso accompagna Greta a fare la terapia in piscina con i delfini. «Oltre a tutta la fisioterapia a cui è sottoposta a casa, grazie alla professionalità e alla dedizione di esperti generosi».
MOLTA FIDUCIA, DUNQUE, dunque, che non esclude tuttavia un invito alla cautela: «Pur essendo consapevole del miglioramento di mia figlia e del successo che ciò rappresenta dal punto di vista scientifico, non vorrei che si gridasse al miracolo. Sarebbe ingiusto illudersi, e illudere altre famiglie, che il problema sia stato definitivamente superato». Eppure la speranza è davvero l’ultima a morire. Basta leggere la lettera che Laura ha appena scritto a sua figlia: «Cara Greta, è arrivato il momento di decidere o no se fare il trapianto di cellule staminali. E’ una decisione che mai nella vita avrei voluto prendere. Greta, se tu potessi parlarmi cosa mi chiederesti? Io penso non accetteresti una "vita" senza poter godere delle cose che la vita stessa ti dovrebbe offrire. Io penso di dover andare avanti pensando proprio a questo. Non so se sono nel giusto, lo saprò solo se un giorno potremo leggere queste frasi insieme e tu potrai dirmi "mamma hai fatto bene"».