Marco Travaglio, l’Unità 19/12/2008, pag. 3, 19 dicembre 2008
MARCO TRAVAGLIO PER L’UNITA’ DI VENERDI’ 19 DICEMBRE 2008
NON RIUSCIAMO A ESSER SERI neppure nei momenti più drammatici, quando scattano le manette, crollano le giunte, si estinguono i partiti. C’è un che di spensieratamente dadaista nei commenti dei politici napoletani, coinvolti nelle intercettazioni e non. Spiega Lusetti, candidato ai domiciliari: «Faccio promesse a tutti, ma non le mantengo mai, è il mio carattere». E se ne vanta pure. Gli fa eco Bocchino, il dioscuro di destra che a Napoli doveva opporsi ma faceva solo finta: «Chi fa politica al mio livello certe cose deve aspettarsele». Perché, quale sarebbe il livello Bocchino? Parla come se gli avessero teso una trappola. Ma ha fatto tutto da solo: «Siamo un sodalizio», diceva al faccendiere Alfredo Romeo, quello degli appalti Global Service (global nel senso di destra- sinistra), che rispondeva: «Bocchi’, siamo ’na cosa sola». Notevole pure Gambale, assessore alla Legalità, ovviamente arrestato: riceveva i versamenti su un’opera pia, «’A voce d’e creature». Da applausi l’eterno ritorno di Pomicino: lui c’è sempre. Come Romeo, condannato per tangenti, poi miracolato da Santa Prescrizione e subito reingaggiato dai comuni di Napoli e Roma, ma anche da Quirinale. Ancora l’altroieri l’assessore Velardi giurava: «Romeo è pulito, tant’è che gli curo l’immagine io». Appunto: dev’essere impegnativo curare l’immagine di un detenuto. Nel sistema Global dove «siamo tutti una cosa sola», giunge a proposito l’appello del Colle per una «riforma condivisa della Giustizia». Condivisa come gli appalti e le mazzette. Una riforma Global. Facite ’mpress, guaglio’, prima che v’arrestano a tutti quanti.