Vittorio Sabadin, la Stampa 18/12/2008, 18 dicembre 2008
VITTORIO SABADIN PER LA STAMPA DI GIOVEDì 18 DICEMBRE 2008
Le nostre storie d’amore potrebbero essere bellissime e durare molto più a lungo se non ci fosse Hollywood a rovinarle. I film romantici che vediamo al cinema o in televisione creano aspettative irrealistiche perché raccontano vicende improbabili, hanno quasi sempre un lieto fine e sono recitati da protagonisti molto attraenti. Tornando a casa, le donne pensano che sia davvero un peccato che il loro uomo non assomigli nemmeno un po’ a George Clooney: anche stavolta si addormenterà subito e russerà tutta la notte. Gli uomini non vedono mai Kim Basinger o Nicole Kidman alle prese con diete, cerette depilanti e la maschere per il viso, e pensano a come sarebbe bella la vita se le donne non fossero così ossessionate dal peso, dalle rughe e dai peli superflui, come sembra poter avvenire nei film.
Il Family and Personal Relationship Laboratory, un istituto dell’Università di Edimburgo, è arrivato dopo lunghi studi alla importante conclusione che Hollywood ha rubato i nostri cuori. A forza di vedere film d’amore, uomini e donne si sono convinti che i meccanismi dei rapporti di coppia siano quelli del cinema e si stupiscono quando nella vita reale non accadono le stesse cose. Bjarne Holmes, uno psicologo che ha diretto la ricerca, ha osservato come le coppie in crisi che si rivolgono ai consultori familiari siano convinte che il partner dovrebbe sapere che cosa l’altro o l’altra desiderano senza che ci sia bisogno di comunicarlo, un tipico espediente dei film. Anche il sesso, secondo la maggior parte degli intervistati, dovrebbe sempre essere perfetto, un traguardo che come tutti sanno è piuttosto difficile da raggiungere nella vita reale. «Il problema - ha detto Holmes - è che mentre la maggior parte delle persone è consapevole del fatto che l’idea di una relazione perfetta è irrealistica, molti sono fortemente influenzati dalla rappresentazione delle relazioni di coppia che viene dal cinema».
Tra gli stereotipi più diffusi elencati dal ricercatore c’è «l’idea dell’anima gemella che un giorno nella vita dovremo incontrare e che ci conoscerà già così a fondo da poter leggere nella nostra mente». Siamo tutti così convinti che le cose andranno bene di per sé, da considerarci sempre individui speciali alla ricerca di una persona speciale, che un giorno il destino ci metterà davanti. «Tutto questo - osserva Holmes - è assolutamente irrealistico. Ma la gente ormai pensa che se una relazione non è come a Hollywood, allora non vale niente». La colpa è di film come «C’è posta per te», «Prima o poi mi sposo», «Un amore tutto suo», «Sliding doors» e di tante altre pellicole che ci fanno credere che possano essere normali situazioni invece impossibili. Nelle sceneggiature di 40 film di successo esaminati all’Università di Edimburgo, il processo dell’innamoramento è molto semplificato e convince gli spettatori che innamorarsi non costi fatica e sia una condizione facilmente raggiungibile, alla quale seguiranno notti di sesso fantastiche, desideri appagati prima ancora di poterli esprimere, atteggiamenti romantici e continue sorprese.
La scrittrice di romanzi rosa Jojo Moyes si è domandata sul «Daily Telegraph» per quale ragione se uno vede «ET» non comincia a credere che le biciclette possono volare, mentre se assiste alla proiezione di «Notting Hill» si fa subito delle idee sbagliate sull’amore. Secondo Moyes, molte donne sono condizionate dai film perché vogliono vedere relazioni semplici e fortunate: di quelle burrascose e complicate ne hanno già troppe a casa. In fondo, dai tempi di Neanderthal, vogliamo tutti farci raccontare storie nelle quali i protagonisti soffrono, ma superano le prove terribili che noi stessi stiamo vivendo. «Intorno al fuoco - annota la scrittrice - gli uomini raccontavano di chi aveva incontrato la tigre dai denti a sciabola, ma era sopravvissuto. Oggi si racconta di quello scappato con la bionda incontrata al bar, ma che poi è tornato da lei».
Bjarne Holmes è però sicuro che il cinema ha fatto danni irreparabili. Uomini e donne sono ormai convinti che la fiducia e l’impegno amoroso esistono nel momento stesso in cui due persone si incontrano e che non sono invece qualità che si sviluppano nel corso degli anni. E l’idea che sia necessario investire tempo, attenzioni ed energie nella manutenzione di ogni rapporto non è popolare a Hollywood. Il film dura troppo poco.
«Un amore tutto suo»
Dopo aver salvato la vita al giovane di cui s’era innamorata in segreto, Lucy, orfana derelitta è scambiata per la sua fidanzata dalla famiglia di lui. Lieto fine assicurato con tanto di nozze.
«Prima o poi mi sposo»
Jennifer Lopez organizza matrimoni. Mentre è presa dalle nozze della miliardaria Fran Donnolly, si innamora del promesso sposo. Ovviamente i due andranno all’altare.
«Sliding doors»
Licenziata Helen torna a casa e corre per il metrò, l’azione si sdoppia: la prima storia ha una conclusione triste con un abbandono. La seconda finisce bene con un nuovo amore per Helen.
Ma lei mi confonderebbe mai con Hugh Grant?». Un signore di mezza età iniziò il colloquio con il suo avvocato con questa inusuale domanda.
Era molto magro, con pochi capelli e due occhiali rotondi da eterno primo della classe. All’avvocato disse che la moglie era troppo giovane e troppo bella per lui. Lo aveva lasciato, portandosi via la loro bambina ancora piccolissima. Lavoravano assieme nella piccola libreria antiquaria di proprietà di lui dove si erano conosciuti.
Lei era entrata un giorno d’estate di due anni prima, ma non per comprare un libro: con una incrinatura polemica nella voce aggiunse che non le sarebbe mai passato per la mente di comprare un libro in una libreria antiquaria. Pare che la signora volesse solo ripararsi da un violento temporale. Così è iniziata una storia finita male. Quando lei gli disse che era finita, lui non le chiese perché se ne andasse, ma perché lo avesse sposato, perché non fosse uscita passato il temporale dalla libreria così come vi era entrata. La risposta fu sorprendente: «Cercavo un uomo onesto e buono e credevo che avrei vissuto come Julia Roberts in Notting Hill».
Poi l’avvocato incontrò la moglie. Ad essere onesti neppure lei poteva essere confusa con Julia Roberts. Aveva lo sguardo di chi ha sopportato molte delusioni: forse per questo cercava soprattutto un uomo onesto e una vita tranquilla. Non raccontò la storia di Notting Hill, ma disse che pensava che lui fosse «intellettualmente stimolante», forse però non ci credeva neppure lei. Comunque litigavano sempre e un giorno lui le aveva fatto una scenata rimproverandola di avere messo nel posto sbagliato certi libri di cui solo lui sapeva l’importanza. Per questo aveva deciso di andarsene con la bambina.
Si sono ritrovati davanti al Presidente del Tribunale, ma non c’è stata battaglia perché lui non aveva certo il patrimonio di George Clooney nel film di Joel Coen «Prima ti sposo e poi ti rovino».
La vita di celluloide fa una concorrenza sleale alla vita vera. Si può essere indotti a credere di poter vivere come in un film. Gli adolescenti che devono progettare la loro vita possono pensare che il mondo sia fatto solo di scuole di ballo e di amici della porta accanto che diventano cantanti famosi. Quando lo schermo si spegne e ci si accorge che la realtà è diversa la delusione può essere forte e non sempre le persone sono preparate ad affrontarla.