Wall Street Journal, 10 dicembre 2008 (traduzione integrale), 10 dicembre 2008
La Federal Reserve sta progettando di emettere obbligazioni proprie per la prima volta nella sua storia, una mossa che darebbe alla banca centrale ancora più flessibilità per stabilizzare i volatili mercati finanziari
La Federal Reserve sta progettando di emettere obbligazioni proprie per la prima volta nella sua storia, una mossa che darebbe alla banca centrale ancora più flessibilità per stabilizzare i volatili mercati finanziari. L’emissione di debito del governo è un affare di cui si occupa, da sempre, il dipartimento del Tesoro, e la Fed ha già la facoltà di stampare tutto il denaro che le occorre. Ma dato che la crisi del credito prosegue e l’economia è in recessione i funzionari della banca centrale si stanno guardando attorno per trovare nuovi strumenti per finanziarsi. Secondo fonti vicine al dossier, i funzionari della banca centrale hanno già anticipato al Congresso quest’idea, che potrebbe includere l’emissione di bond tradizionali o altre forme di debito. Non si sa se queste discussioni preliminari porteranno davvero a qualcosa come un’azione diretta della Fed o a una proposta formale da parte della banca centrale. C’è un ostacolo: lo statuto della Fed non le consente esplicitamente di emettere qualcosa che non sia moneta. Il solo fatto che la banca centrale stia esplorando questa strada mostra quante sfide i problemi attuali stiano creando all’istituto guidato da Ben Bernanke, e anche quanto lontano dal consueto stiano andando i piani della banca centrale. Al centro della questione c’è il bilancio della Fed, che è cresciuto da poco meno di 900 miliardi a più di 2.000 da agosto per sostenere mercati come quelli dei commercial paper, dei fondi money-market, delle assicurazioni sui mutui e salvare compagnie come nel caso di Aig. L’esplosione del bilancio sta portando pesanti complicazioni alla Fed. Nelle prime fasi della crisi i funzionari della banca centrale hanno finanziato i loro programmi riducendo l’investimento nei bond del Tesoro. Ma la Federal Reserve non vuole ridurre eccessivamente quella riserva, che oggi ammonta a circa 476 miliardi di dollari, molti dei quali già legati ad altri programmi. La Fed ha anche chiesto più soldi al Tesoro. E il Tesoro ha emesso del debito lasciando i profitti sui depositi alla Fed perché li utilizzasse come credeva. Ma a Novembre il Tesoro ha spiegato che stava riducendo questo sforzo, perché è a sua volta molto esposto sui suoi programmi di prestito e ha un tetto legale ai prestiti che non può essere superato. Più di recente la Fed ha finanziato i suoi programmi con denaro che ha creato lei stessa e che usato per fare prestiti o acquistare asset. Qualche economista è preoccupato per questa strategia. Perché per la Fed non sarà facile rimuovere il denaro dal sistema una volta che i mercati si saranno stabilizzati e l’economia starà migliorando. Non è un problema, per ora, ma se i funzionari saranno troppo lenti in questo processo rischieranno di generare inflazione. In più il flusso di nuovo denaro rende più difficile per i funzionari della banca centrale tenere i tassi di interesse ai loro attuali livelli. Il tasso dei fed-funds – un tasso interbancario overnight sui tassi che le banche si applicano a vicenda – è sceso ben al di sotto dell’1%, livello obiettivo della squadra di Bernanke. Louis Crandall, economista di Wrightson, spiega che gli interventi della Fed rischiano di intasare i bilanci delle banche, riempendoli di denaro che gli istituti non sanno dove mettere: ”Trovare veicoli di finanziamento che aggirano il sistema bancario sarebbe un modo più efficace si sostenere il sistema del credito statunitense”. Altri economisti avvertono che i bond della Fed potrebbero creare altri problemi. Marvin Goodfriend, economista alla Carnegie Mellon University’s Tepper School of Business ed ex funzionario della Fed ritiene che l’emissione di indebitamento della Fed potrebbe creare tensione tra la banca centrale e il Tesoro, che a sua volta sta creando montagne di debito: ”Crea dei problemi di coordinamento con il debito governativo. Sarebbero prodotti molto vicini ai già esistenti bond del Tesoro, competerebbero nello stesso mercato”. Con i bond del Tesoro vicini al tasso zero sembra difficile che la mossa della Fed possa spingere più in alto iI rendimenti dei buoni federali, ma fra qualche mese potrebbe diventare un problema. C’è infine un problema che riguarda l’autorità della Fed. ”Ho sempre lavorato con l’assunto che la Fed non potesse collocare debito” dice Vincent Reinhart, ex dipendente della banca centrale oggi economista all’ American Enterprise Institute. Reinhart spiega che questo tipo di azioni sono più adatte al Tesoro, che ha l’esplicita autorità federale di accollarsi prestiti per conto del governo.