La guerra di Tinto per l’eredità di Anna Sandri, La Stampa, 18/12/2008, pag. 22, 18 dicembre 2008
ANNA SANDRI PER LA STAMPA DI GIOVEDI’ 18 DICEMBRE 2008
CE N’ PER TUTTI, ma non abbastanza: un’eredità di svariati milioni di euro divide a Venezia la famiglia Brass, quella che nell’albero vede in testa un valente pittore e nella discendenza anche il regista Tinto.
IL TRIBUNALE DI VENEZIA a occuparsi, in questi giorni, della questione. Il palazzetto di famiglia a San Trovaso, dove fino a un anno fa ha vissuto la mamma di Tinto Brass - si chiamava Carla, quando è mancata aveva 97 anni - e dove ora è rimasto uno dei quattro figli, Andrea, è finito sotto sequestro per ordine del giudice del Tribunale Civile Anna Maria Marra. All’interno ci sono più di 500 quadri, alcuni dei quali di grande valore (tra gli altri, un Parmigianino e un Alessandro Magnasco valutato 400 mila euro), decine di pezzi di argenteria antica, gioielli all’altezza.
UN PATRIMONIO COSTRUITO NEGLI ANNI e nei decenni e che adesso arriva al pettine dei dissapori famigliari, dividendo gli eredi Brass. Da una parte ci sono Maurizio, Tinto e i figli di Italico, morto alcuni anni fa; dall’altra c’è il quarto fratello, Andrea. Il patrimonio è ingente e affonda le sue radici nel passato; arrivando a Venezia da Gorizia il nonno di Tinto Brass portava già con sé una considerevole ricchezza, alla quale si era sommata quella della moglie, di origine russa. Il nonno pittore aveva così tanti mezzi da potersi permettere l’acquisto dell’Abbazia della Misericordia, dove aveva allestito una sua pinacoteca: ci figuravano molte sue opere, ma anche il frutto di tanti proficui scambi d’arte.
Il figlio di Italico, padre di Tinto e dei suoi tre fratelli, non aveva dissipato il patrimonio e anzi lo aveva ampiamente rafforzato: già vicepodestà, è stato uno degli avvocati più affermati di Venezia.
IL FATTO CHE IL PADRE MORTO 30 anni fa e la moglie, che i veneziani ricordano come una signora dall’aspetto modesto e dimesso, gli è a lungo sopravvissuta; nel tempo i testamenti si sono accumulati e al momento della divisione dei beni tra fratelli ne sono spuntati addirittura cinque. Qual è quello che vale veramente? In casa Brass non se ne parla volentieri, ma par di capire - dalla spaccatura - che il fratello Andrea, che viveva con la madre, rivendichi per sé una parte maggiore. Una richiesta di sequestro dei tutti i beni era già stata presentata alcuni mesi fa da un avvocato per conto di Maurizio Brass; era stata lasciata cadere dallo stesso legale, perché sembravano aprirsi spiragli di una composizione amichevole in famiglia. La trattativa non è andata a buon fine, anzi: con Maurizio e contro Andrea si sono coalizzati anche Tinto e gli eredi di Italico.
PER ORDINE DEL GIUDICE, custode del patrimonio è stato nominato l’avvocato veneziano Marcello Maggiolo: deve inventariare tutto, ma soprattutto deve decidere se, a causa in corso, Andrea Brass può continuare a vivere nel palazzetto o se si deve trasferire.
Tinto Brass non ne fa una questione di soldi, a quanto dice, tanto più che negli anni ha accumulato con la professione una fortuna sua, incrementata dal matrimonio con Carla Cipriani (morta due anni fa), sorella di Arrigo.
DEI QUADRI ANCHE DI GRANDE VALORE che ci si contende tra fratelli e nipoti, dice naturalmente che gli «piacerebbe avere i nudi»; poi fa capire che, forse preso dalla stessa passione del nonno per gli scambi d’arte, sarebbe pronto a barattarli tutti con «L’Origine del Mondo» di Gustave Courbert, purtroppo per lui saldamente trattenuto al Museo D’Orsay a Parigi. In subordine, sarebbe lieto di portarsi a casa «tutti i culi di Guttuso».
Prima di accarezzare il suo sogno preferito, tuttavia, il regista dovrà pazientare e cercare di mettere mano almeno alla sua legittima parte di eredità.
«ZIVA. L’ISOLA CHE NON C’»: è il titolo del film a cui lavora Tinto Brass. Ha cominciato le riprese nel Salento e la protagonista è la sua nuova musa, Caterina Varzi, ultima di una lunga lista, che comprende Stefania Sandrelli, Serena Grandi, Deborah Caprioglio e Claudia Koll. Cultore della commedia erotica, ha girato una trentina di film, tra cui «Monella» e «La Chiave»