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 2008  dicembre 18 Giovedì calendario

Roma, 1 settembre 1956 Caro Dott. Bollati, comincio ad essere un po´ in ansia circa la sorte avuta presso la Casa Einaudi del mio progetto sulla Storia della Pittura Italiana inviato circa un mese e mezzo fa

Roma, 1 settembre 1956 Caro Dott. Bollati, comincio ad essere un po´ in ansia circa la sorte avuta presso la Casa Einaudi del mio progetto sulla Storia della Pittura Italiana inviato circa un mese e mezzo fa. Non vorrei o che tale progetto sia apparso quale farneticazione di un visionario, o che i pareri assunti al riguardo presso «specialisti» siano stati del tutto negativi. A questo proposito è superfluo l´avvertimento che in Italia la Storia dell´Arte è, salvo casi singolarissimi, precipitata in mano a venditori di fumo: una delle eredità dell´idealismo crociano (pianta, è bene ricordarlo, nata nello stesso terreno in cui allignò il fascismo) è l´aver dato l´avvio alla «valutazione estetica» in senso astratto, alla «critica per la critica», ecc. ecc., un andazzo questo che consente di scrivere volumi di impressionante concettosità anche a chi non sa poi distinguere fra un ferro di cavallo e un bronzo di Donatello, come è dimostrabile con migliaia di esempi. perciò palmare che un lavoro come quello che io vorrei iniziare non può che essere aborrito e vilipeso dalla stragrande maggioranza dei nostrani Storici dell´Arte, che da un´opera basata su fatti e non concetti o concettini trarrebbero la misura della propria ignoranza. Che il mio progetto, mirante ad un riesame di tutti i lineamenti raggiunti sinora sui primi secoli della pittura italiana, non sia poi così assurdo, lo dimostrano se non altro i risultati che ho raggiunto in questi giorni continuando la ricerca sui Riminesi del Trecento, risultati che hanno portato a due importantissime scoperte (ovvie quanto fin qui sfuggite) su Giotto; mi convinco sempre più che, una volta dato il via, e non pensando ad altro che a vedere quadri, raccogliere fotografie e scrivere, l´opera diventerebbe una inesauribile fonte di scoperte e di sorprese, presentando una edizione inattesa anche di quei capitoli che crediamo ci siano più familiari. Come dicevo nel mio progetto, la fortissima spesa della raccolta del materiale illustrativo, dei viaggi, ecc. sarebbe tutta a mio carico, eccettuate le poche tavole a colori. Le scrivo perché a giorni inizio un lungo giro per l´Italia Settentrionale, e, se fosse il caso, passerei anche per Torino; a questo si aggiunge il fatto che un Editore di Milano, finora vergine di esperienze con la Storia dell´Arte, ha saputo indirettamente e confusamente del mio progetto, e vorrebbe incontrarmi. Io preferirei dirgli che la cosa è oramai in mano alla Casa Einaudi, e vorrei perciò sapere non dico un verdetto definitivo, ma almeno se qualche speranza c´è ancora. Mi auguro quindi che il mio progetto non sia stato inviato all´esame di un alienista; tenga presente che, nell´abbozzarlo, io ho avuto esatta nozione dei gravissimi impegni materiali e sopratutto morali che esso comporterebbe, impegni che praticamente mi terrebbero legato a vita. In attesa di un Suo cenno di riscontro, e con i più cordiali saluti, Federico Zeri Mentana, 18 marzo 1976 Caro Bollati, ti ringrazio per la copia del Come si comprende la Pittura di Lionello Venturi. La sto leggendo con un senso di sbigottimento e di autentica apprensione, alleviata da folli risate. Mi domando a chi mai sia venuto in mente di rinfrescare roba del genere, che andrebbe pudicamente velata, anche e sopratutto per la buona memoria dell´estinto, e per il buon nome della cultura italiana. Tanto per citare alcuni passi: a pag. 33: Giotto sarebbe ingenuo e umile. pag. 39: la creatività del Pollaiolo risulta puntuale. pag. 41: nella Primavera del Botticelli Zefiro lascivo vola per acchiappare Flora, in altri termini per prenderla per le chiappe. pag. 42: i motivi (della Primavera) possono essere poetici anche se espressi in modo diverso da quello del Botticelli. pag. 58: una pittura dipinta a fresco sopra una parete non ha alcun diritto ad essere giudicata in modo differente da una pittura dipinta ad olio su una tela. pag. 76: la luce...è adatta alla rivelazione delle pieghe più sottili dell´animo. E, per finire; alla pag. 87: lo stile luministico produce i suoi migliori effetti quando il modello è fisicamente brutto. Potrei aggiungere altre perle a questa collana, degna del più cattivo Flaubert; ma soltanto mi chiedo chi mai sia il sadico che si vendica del Venturi minor infangando la sua memoria col riesumare stupidità così enormi? Chi è? Puoi dirmelo? Saluti Federico Zeri