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 2008  dicembre 16 Martedì calendario

Da bene superfluo a bene primario, cui è sempre più difficile rinunciare. Sta tutta qui, in questo balzo di valore, la chiave di lettura del buon andamento del business del benessere, macrosettore assai composito, legato alla buona qualità della vita, che affronta la crisi senza defaillance e che, pur con risultati diversi per ciascun singolo segmento, chiude un 2008 in positivo

Da bene superfluo a bene primario, cui è sempre più difficile rinunciare. Sta tutta qui, in questo balzo di valore, la chiave di lettura del buon andamento del business del benessere, macrosettore assai composito, legato alla buona qualità della vita, che affronta la crisi senza defaillance e che, pur con risultati diversi per ciascun singolo segmento, chiude un 2008 in positivo. Rivolto a clienti di fascia medio alta, nei suoi confini comprende il cibo biologico, gli alimenti cosiddetti salutisti, le palestre, la cosmesi, i centri fitness e le beauty farm, gli stabilimenti termali, il turismo legato al relax, fino alle spa (acronimo di "salus per aquam"), le nuove cattedrali del relax e della cura di sé che costituiscono, con la loro crescita imponente, la vera novità del settore. Novità confermata anche dal forte interesse e dagli investimenti effettuati nei centri benessere dai maggiori marchi della moda, del lusso e soprattutto del l’hotellerie. Perché una spa destagionalizza l’attività alberghiera, ampliandola all’intero anno. Spa, beauty farm, centri benessere sono termini utilizzati da numerosi operatori con attività estremamente variegate, tanto che risulta difficile definire i confini e il valore di tale comparto. Per il segmento terme più benessere, Federterme, che conta 380 stabilimenti di cura, valuta un fatturato di 751 milioni di euro, in gran parte legati al rimborso del servizio sanitario nazionale (mentre l’indotto è di circa 4 miliardi). Per i centri estetici e benessere-spa, non termali, l’Associazione italiana centri benessere (Aiceb), stima un mercato di 18-20 miliardi, con circa 20mila operatori. «La presenza di una spa è condizione ormai irrinunciabile per la prenotazione di un albergo» dice Gian Marco Rossi, presidente di Aiceb, che stima la crescita 2008 in un più 20-25 per cento. «Stiamo vivendo un incredibile boom; non si risparmia sul benessere. Si rinuncia a un oggetto, non alla cura di sé». «La domanda sarà sostenuta – osserva Laura Saviolo, direttore del master in Fashion e design manager di Sda Bocconi, che ha curato per Unipro una ricerca sul tema ”. La prospettiva è molto positiva, ma variegata. Di certo c’è una grande domanda, che sarà poi necessariamente razionalizzata. Nell’arco di un paio di anni sapremo chi resisterà e chi no». Dal canto suo, il comparto termale sta cambiando pelle, passando da gestioni pubbliche e poco redditizie o in perdita a gestioni miste, quando non private, e si sta volgendo verso il benessere. Rispetto al fatturato 2007, la crescita è stimata tra l’1 e il 3% per il termale, mentre per le spa collegate sarà «un po’ inferiore al 6% registrato nel 2007. Questo per ragioni congiunturali – osserva il presidente Costanzo Jannotti Pecci – anche se il benessere diventa nel termale voce sempre più rilevante». Contro la crisi, spiega, «ci stiamo attrezzando per rilanciare il termalismo terapeutico, puntando sul potenziamento della ricerca, attraverso, ad esempio, una collaborazione con Airc per la riabilitazione dei malati oncologici». Toni soddisfatti anche nel biologico (vale circa 1.650 milioni di euro), che nel primo semestre 2008 ha registrato, solo nel comparto grande distribuzione, un più 6%. Ma l’anno potrebbe chiudere con un più 10%. La stima è di Fabio Brescacin, presidente di Ecor, la maggiore società italiana di distribuzione al dettaglio di prodotti biologici e biodinamici, che nel 2008 prevede di crescere del 15% sul fatturato 2007 (83 milioni di euro). Neppure i cibi cosiddetti salutisti e i drink energetici stanno a guardare: il mercato 2007 vale circa 6 miliardi di euro, cresciuto in questi anni a ritmi del 5-10 per cento. Particolarmente vivace è il mercato degli yogurt probiotici, che nei primi 5 mesi del 2008 ha registrato una performance del 14,5%, portando la stima del fatturato 2008 a 535 milioni. Buono, infine, anche l’andamento della cosmesi (8.300 milioni di valore) che chiude l’anno con un +0,3%, con le punte significative del canale farmaceutico (+4%) e dell’erboristeria (+5%).