Antonio Monda, la Repubblica 17/12/2008, 17 dicembre 2008
Quando il re è un autista di autobus ANTONIO MONDA PER LA REPUBBLICA DI MERCOLEDì 17 DICEMBRE 2008 Il suo nome è Oladipo Buremoh, ma in America ama farsi chiamare James
Quando il re è un autista di autobus ANTONIO MONDA PER LA REPUBBLICA DI MERCOLEDì 17 DICEMBRE 2008 Il suo nome è Oladipo Buremoh, ma in America ama farsi chiamare James. Il suo titolo è quello di Re dell´Idera, un´area montagnosa nel centro della Nigeria con ventimila abitanti, ma per sei mesi l´anno la sua attività è quella di autista del Greyhound, la compagnia di autobus che attraversano in lungo e in largo gli Stati Uniti. riuscito a farsi assegnare le tratte interne all´area di New York, ed è specializzato nell´itinerario tra Queens e Brooklyn, dove i passeggeri insistono a chiamarlo Ladi. un uomo gigantesco e dall´aspetto bonario, ma la forza impressionante del fisico lo ha aiutato in molti momenti di difficoltà: tra i lavori che ha svolto in America c´è infatti quello di lottatore, e gli appassionati del wrestling lo ricordano combattere con il nome di "African Tiger" contro "Andre the Giant". Ma Ladi non vive questa sua condizione con frustrazione: anzi, è lui che preferisce passare ogni anno sei mesi negli Stati Uniti. Si sente a disagio di fronte all´adorazione della sua gente, ai rituali e alla servitù, e vive il proprio ruolo di sovrano come un compito che la sorte gli ha assegnato di svolgere. Quando ha cominciato a diffondersi la voce che il silenzioso autista africano del Greyhound era in realtà un re, ha cercato di tenere il più possibile coperto il proprio segreto, ma poi ha accettato di essere intervistato da Geoffrey Gray sul settimanale New York, al quale ha confidato resistenze, speranze e dubbi rispetto alla propria scelta di vita. Oladipo Buremoh è nato nel 1957, ultimo di nove figli di una famiglia estremamente tradizionale. I genitori scelsero di affidare a lui la speranza di una vita diversa, e lo inviarono in Georgia dove studiò in un college. Per pagarsi la retta lavorava in una fabbrica che costruiva griglie per barbecue. Non aveva grande passione per lo studio, e ancora meno per quel lavoro, e dopo un breve impiego alla Shell fu notato da Ernie "Big Cat" Ladd, un ex-campione di football americano che si era reinventato una seconda vita professionale nel wrestling. Fu Ladd a convincerlo che con il suo fisico gigantesco e il silenzioso carisma sarebbe potuto diventare una star. Aveva ragione: diventò in breve tempo un idolo del ring, ma decise di abbandonare lo sport quando svenne durante un match contro "Doctor Death" a causa dei postumi di un incidente di macchina nel quale aveva investito un cervo. Le analisi rivelarono che una costola fratturata aveva perforato un polmone. Decise di tornarsene nelle montagne della Nigeria, dove il fratello della madre era diventato nel frattempo il Re di Idera, e si tenne alla larga dai conflitti politici e religiosi, che vedevano opposti gli adoratori di idoli locali ad una minoranza evangelista. Cercò di promuovere il wrestling, ma poi, alla morte dello zio, gli venne spiegato che nel suo nome è segnato un destino regale. Ladi oppose resistenza, spiegando che in America aveva dieci figli, che a Idera aveva sei fratelli maschi più grandi di lui, e che comunque avrebbe preferito diventare il "Hulk Hogan", la più celebre tra le stelle del wrestling, della Nigeria. Non ci fu nulla da fare: il nome parlava chiaro e toccava a lui diventare il Re di Idera. Fuggì negli Stati Uniti, e per mantenersi accettò il lavoro alla Greyhound per sedici dollari l´ora. La sua gente, sconcertata, accettò che al trono salisse uno dei suoi fratelli, sperando che il re un giorno tornasse a casa. Ma Ladi rifiutò di tornare persino quando morì suo padre, e solo nel 2003, quando scomparve anche la madre, mise piede a Idera. Fu accolto in maniera trionfale e capì che questa volta non avrebbe potuto rifiutare. Accettò il trono, gli indumenti regali, l´autista e la servitù, ma spiegò al suo popolo che avrebbe passato parte dell´anno negli Stati Uniti, senza dilungarsi troppo sul lavoro che svolgeva in quel Paese. Tra le prime azioni del suo regno c´è stata la costruzione di un grande pozzo per assicurare acqua potabile alle popolazioni dell´interno della regione. Ha cercato quindi di costruire un ospedale, ma incontra grandi difficoltà ad assicurare i fondi, perfino per i più comuni medicinali. Racconta di essere amareggiato per le condizioni in cui vive la propria gente, ma non vuole rinunciare alla sua vita americana, ed è fiero del fatto che il primogenito abbia deciso di entrare nella marina degli Stati Uniti. Quando torna a New York, dorme a casa del cugino a Brooklyn e manda i propri risparmi alla sua gente. Gran parte dei guadagni sono legati alle mance dei passeggeri, che continuano ad ignorare la sua realtà. Anche se una sera, pochi mesi fa, una donna nigeriana è salita con il figlio sul Greyhound, e riconosciutolo si è inginocchiata ai suoi piedi, mentre il ragazzo si è inchinato in segno di adorazione.