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 2008  dicembre 16 Martedì calendario

LORENZO SORIA

LOS ANGELES
Quando Arnold Schwarzenegger organizzò il «recall», il referendum per spodestare l’ex-governatore democratico Gray Davis, il suo argomento principale era stato il deficit di bilancio. «Lo terminerò», ripeteva il Terminator del cinema promettendo che sarebbe stato «Hasta la vista!» anche per la tassa di registrazione sulle automobili che Davis aveva triplicato con l’intento di sanare appunto il deficit. Cinque anni dopo, il Mister Universo diventato superstar di Hollywood e adesso Governatore dello stato più ricco e più popoloso d’America si ritrova con un disavanzo per il 2008 di 14,8 miliardi di dollari, tre e mezzo in più di quanto annunciato appena un mese fa. E se si considerano le proiezioni per il 2010 il numero schizza a 42 miliardi, il doppio di quanto lasciato in eredità da Davis. «Siamo diretti verso l’apocalisse finanziaria», ammonisce Schwarzenegger che si è anche dichiarato disposto a reintrodurre l’odiata tassa sulle auto.
«Il recall non ha assolutamente aiutato», aggiunge sicuro Gary Jacobson, professore di scienze politiche al campus di San Diego della University of California. Schwarzenegger ha scoperto che operare e risolvere i problemi a Sacramento, la capitale della California, è un po’ diverso che a Hollywood, che la realtà è più complessa della fiction. E mentre Darrel Issa, un ex deputato che aveva organizzato il recall di Davis, considera di fare altrettanto con il Gubernator, sta riprendendo quota la proposta di quei californiani che vorrebbero dividere il loro stato in tre parti, il Nord, il Sud e l’entroterra agricolo. «Three Californias», si chiama l’iniziativa. E c’è chi contempla addirittura uno stato federale autonomo, indipendente dagli Usa.
Schwarzenegger è vittima delle aspettative generate con i suoi slogan elettorali presi dal mondo del cinema, ma la responsabilità dello stato di paralisi in cui versa il suo stato va condivisa con i legislatori. La California è solo uno dei tre stati d’America che richiede una maggioranza di due terzi per passare un budget, col risultato che la minoranza politica, in questo caso i repubblicani alla Camera e al Senato determinati a non voler considerare nuove tasse e tagliare drasticamente i servizi, possono tenere tutti e tutto in ostaggio. «Non c’è centro», commenta amareggiato Leon Panetta, ex deputato ed ex-capo di gabinetto di Bill Clinton. «Non parlo del centro politico, parlo di un centro di azione. E di un centro morale».
Per tornare ad essere un uomo di azione, come ai tempi di Conan e di Terminator, Schwarzenegger ha imposto ai legislatori di entrare in seduta speciale. Dopo 37 giorni di discussioni non c’è però ancora alcun segno di progresso e per fare intendere che questa volta è serio il governatore ha comunicato che è anche disposto a rinunciare alle sue vacanze a Sun Valley, in Idaho. «Per il popolo della California non ci sarebbe regalo più grande che la risoluzione della crisi», sostiene.