Alessandro Bocci, Corriere della Sera 16/12/2008, 16 dicembre 2008
Amauri vuole la nazionale italiana di ALESSANDRO BOCCI Non si sente inferiore a Ibrahimovic, figuriamoci se può sopportare di fare la controfigura di Adriano
Amauri vuole la nazionale italiana di ALESSANDRO BOCCI Non si sente inferiore a Ibrahimovic, figuriamoci se può sopportare di fare la controfigura di Adriano. Amauri voleva giocare nel Brasile, il sogno di bambino. La Seleção l’ha attesa, sognata, agognata. Ma adesso che ha schiantato il Milan e allargato l’orizzonte della Juve s’è convinto che il suo futuro sarà con la maglia azzurra. Ha aspettato sino a novembre un cenno di Carlos Dunga, l’ex cucciolo della Fiorentina, mediano come ce ne sono stati pochi negli ultimi trent’anni e adesso c.t. della squadra più affascinante del mondo. Poi, stufo e deluso, ha cambiato l’ordine delle priorità: prima Italia, poi Brasile. Marcello Lippi lo ha promosso a pieni voti ma, d’accordo con il giocatore e la Federazione, mantiene un basso profilo: «Sino a quando non ci sarà la possibilità di convocarlo, non lo prenderò in considerazione», ha fatto sapere durante la presentazione del calendario della divisione femminile alla Borghesiana nel giorno in cui ha aperto uno spiraglio a Cassano: «Antonio fa male a essere pessimista». Torniamo ad Amauri. Manca il passaporto. Quello della moglie Cynthia, che aveva un nonno figlio di un italiano, sta per arrivare dopo un lungo e tortuoso percorso. «Entro la Befana», fa sapere il centravanti impaziente. Forse ci vorrà qualche giorno in più. Ma l’attesa è finita. E nel momento in cui la moglie sarà italiana, il bomber della Juve potrà avviare la pratica per prendere, a sua volta, la cittadinanza e rispondere alla convocazione di Lippi. «Questa seconda operazione è molto più semplice», fanno sapere gli esperti. Specialmente se in ballo c’è il destino della nazionale. La Juve spinge per Amauri in azzurro in modo da evitare al suo fenomeno continui voli transoceanici, Lippi freme, la Federcalcio si muove in silenzio. Amauri s’è convinto. Il rischio? La burocrazia. O un ripensamento di Dunga. Ma l’ultimo eroe del campionato è orgoglioso e non intende accettare un’eventuale chiamata del Brasile senza le adeguate garanzie. Garanzie che Lippi, al contrario di Dunga, è disposto a concedergli. Amauri in nazionale se la giocherebbe alla pari sia con Toni sia con Gilardino. Il c.t. vorrebbe chiamarlo già il 10 febbraio, quando l’Italia giocherà all’Emirates di Londra in amichevole proprio contro il Brasile. In ogni caso conta di portarlo in Sudafrica alla Confederations Cup. La possibilità di prendersi la rivincita su Dunga è garantita dal calendario: appuntamento a Pretoria il 21 giugno.