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 2008  dicembre 16 Martedì calendario

Il pollo al curry fa impennare i conflitti tra condomini. Lo segnala l’Associazione nazional-europea degli amministratori d’immobili (Anammi), che nell’ultimo anno ha registrato una forte crescita di liti tra condomini legate ai forti odori delle spezie utilizzate dagli immigrati

Il pollo al curry fa impennare i conflitti tra condomini. Lo segnala l’Associazione nazional-europea degli amministratori d’immobili (Anammi), che nell’ultimo anno ha registrato una forte crescita di liti tra condomini legate ai forti odori delle spezie utilizzate dagli immigrati. Stando ai dati dell’associazione, le liti di condominio legate alle cosiddette «immissioni» sono le più frequenti: il 27% sul totale annuo delle diatribe condominiali. E di recente, secondo l’Anammi, gli episodi di questo genere si sono moltiplicati. Di quella stessa percentuale, oggi, la «lamentela da cucina etnica», spesso seguita dall’esposto alla pubblica autorità, rappresenta il 16%. «Il caso più classico - spiega Giuseppe Bica, presidente dell’Anammi - è quello del gruppo di condomini che si lamenta per il forte odore di cucina orientale». L’inquilino responsabile, il più delle volte, si difende così: «Voi avete il soffritto, io il pollo al curry». Non a caso, l’80% delle liti di stampo etnico-culinario coinvolgono immigrati di origine asiatica (India, Bangladesh e Pakistan), seguiti dai cinesi (15%) e da tunisini e marocchini. Cosa devono fare gli amministratori condominiali? Bica suggerisce qualche stratagemma, come «un giro nella cucina della famiglia di immigrati, in modo da far capire che in quel posto non succede nulla di strano».