Codice Battista di Marco Travaglio, l’Unità, 16/12/2008, pag. 3, 16 dicembre 2008
MARCO TRAVAGLIO PER L’UNITA’ DI MARTEDì 16 DICEMBRE 2008
Nel dibattito sulla giustizia irrompe Pigi Battista, che sempre più spesso si avventura su questo terreno impervio pur essendone digiuno, anzi proprio per questo. Dopo aver liquidato l’inviato Carlo Vulpio, troppo esperto sul "caso De Magistris" per poterne scriverne, il Corriere si affida agli inesperti onde evitare che i fatti disturbino le opinioni. L’ultima di Pigi è che i pm non devono chiedere la proroga delle indagini. Se lo fanno, vuol dire che l’indagine è carta straccia. Come se la consistenza delle indagini dipendesse dal tempo impiegato a farla. Il principio, decisamente innovativo, non vale per tutti: ogni giorno i duemila pm italiani fanno indagini e, se il lavoro non è finito nei primi sei mesi, chiedono al gip di prorogarle fino a 18 (24 in caso di mafia). La regola, sancita dal Codice, vale per tutti gli indagati. Ma non per Del Turco, innocente per definizione. Le prove? 1) stato sfrattato dalla sua casa di Roma, dunque è povero in canna; 2) i pm han chiesto la proroga delle indagini, dunque le prove non sono così schiaccianti; 3) non si sono ancora trovati i soldi, dunque "il buonsenso" dice che le tangenti non c’erano, ergo bisognava "aspettare" prima di arrestarlo. Il giurista per caso ignora che, per arrestare qualcuno prima del processo, non occorrono "prove", ma "gravi indizi di colpevolezza" (finora confermati dai giudici): la custodia cautelare serve appunto a indagare al riparo degli inquinamenti di chi fa sparire le prove e concorda versioni di comodo per nasconderle meglio. Ma questo vale per i poveracci. Per i Del Turco no. il Codice Battista.