"Non rappresenta tutto il popolo e poi io sono bravo a schivare", la Repubblica, 16/12/2008, 16 dicembre 2008
ESTRATTO DELLA CONVERSAZIONE TRA BUSH E ALCUNI GIORNALISTI DURANTE IL VIAGGIO DEL PRESIDENTE VERSO L’AFGHANISTAN PER LA REPUBBLICA DI MARTEDI’ 16 DICEMBRE 2008
A BORDO DELL´AIR FORCE ONE - Che reazione tempestiva, signore!
Il presidente: «Mi sono preoccupato per voi: temevo vi venisse un infarto».
Anche io [risata]. Concordo con lei.
«Allora, la mia dichiarazione iniziale è la seguente: non so che cosa abbia urlato quel tipo, ma ho visto la suola delle sue scarpe [risata]. So che voi vi siete preoccupati più di me. Io stavo guardando voi?».
Io ho visto qualcosa di scuro e rotondo arrivarle dritto in faccia. Giusto in tempo per schivarla...
«La sua prima scarpa! [risata] Sono abbastanza bravo a schivare, come la maggior parte di voi sa bene?».
Sì, è stato molto rapido.
«Sto parlando della mia bravura ...a schivare le vostre domande! [risate]. stato un ennesimo episodio bizzarro, ma del resto ne ho avuti tanti durante la mia presidenza. Ricordo quando venne in visita Hu Jintao. Mentre parlava, a un tratto mi accorsi di un certo chiasso?non avevo idea di che cosa fosse, poi seppi che era quella certa Falun Gong che strillava con tutta l´aria che aveva nei polmoni. Anche quello fu un episodio strano».
Mi scusi, presidente, non per insistere su questo punto, ma avrei una domanda abbastanza seria da porle sull´uomo che le ha tirato le scarpe. Ovviamente ha manifestato un sentimento generalizzato di rabbia che in Iraq esiste e?.
«Come fa a saperlo? Sì, insomma, come fa a sapere che cosa stesse esprimendo?».
C´era un interprete che ha detto che quell´uomo ha strillato di vedove e orfani?
«Non lo so. Ho sentito tante interpretazioni diverse. Mi è stato detto che rappresentava un´emittente tv baathista. Non conosco i fatti, ma vorrei che li appurassimo».
Volevo chiederle qualcosa più in generale?.
«Beh, io non credo che voi possiate prendere un tipo che lancia le scarpe e dire che rappresenta un sentimento generalizzato e diffuso in Iraq. In realtà quell´uomo ha puntato a catturare la vostra attenzione. E c´è riuscito».
Signor Presidente, pensa che la popolazione irachena vivrà bene il ritiro dei soldati americani?
«Penso che i benefici che abbiamo portato siano sufficientemente forti da far sì che accettino che le nostre truppe si ritirino dalle loro città nelle basi entro giugno del prossimo anno».
Tenuto conto che abbiamo ancora 140.000 soldati impegnati in Iraq, quali sono le sfide che secondo lei dobbiamo affrontare?
«Io credo che molte sfide siano di natura politica. La prima sarà indire elezioni provinciali che permettano alla popolazione di votare e di sentirsi coinvolti. E dopo provvedere alle elezioni nazionali. una grossa sfida, ma gli iracheni l´hanno già raccolta in passato. Conoscete il dibattito sul patto di sicurezza siglato con il governo iracheno. Ricordo i titoli sui giornali: va tutto a pezzi, potremmo non farcela. Ci sono moltissime opinioni su quello che alla fine sarebbe potuto accadere. Molte persone dall´esterno si occupavano delle questioni e dei dibattiti interni ed erano perplesse per la politica alla quale assistevano?ma questa è la società democratica. Io credo che il processo politico sia una sfida».