Flavio Vanetti, Corriere della Sera 16/12/2008, 16 dicembre 2008
FLAVIO VANETTI PER IL CORRIERE DELLA SERA DI MARTEDì 16 DICEMBRE 2008
Hanno fatto fuori Andrea Magro, fino a ieri responsabile del fioretto femminile e della sciabola maschile, e da oggi, almeno nella scherma, più nulla: il Consiglio federale, all’unanimità, ha deciso di affidare il settore del fioretto a Stefano Cerioni, che fin qui si è occupato solo dei maschi, quello della spada al confermato Carlo Carnevali e la sciabola a Giovanni Sirovich (no assoluto, dunque, a Christian Bauer; e su questo c’è una riflessione di Aldo Montano, che chiedeva il ritorno del francese). La questione Magro, per prima. Il c.t. in assoluto più vincente che avevamo ai Giochi di Pechino (una cinquantina di medaglie, mal contate, tra olimpiche e iridate) da oggi cerca lavoro. Incredibile, ma è così. L’auspicio è che trovi al più presto una collocazione: l’augurio va a lui, ma anche allo sport italiano, che, perdendolo, non farebbe un affare. Magro nei suoi 14 anni in pedana non è stato esente da errori e da passaggi discutibili, ma il suo bilancio resta ultrapositivo, anche per la capacità, non comune, di misurarsi con la sconfitta. «Sono dispiaciuta a livello personale e professionale; non me l’aspettavo, non c’era la percezione che sarebbe successo questo», dice Margherita Granbassi, «cresciuta » proprio da Magro. «La nostra scherma si concede un gran lusso, senza per questo sminuire Cerioni, che non posso giudicare perché con Stefano non ho mai lavorato».
Silenzio assoluto, invece, dal-l’interessato, che, a nostro avviso, non accetterà eventuali proposte- contentino. comprensibile che Magro stia zitto: ora parleranno gli avvocati e le penali (il «gran lusso» non è solo metaforico, oltretutto in tempi poco floridi anche per lo sport), dal momento che il contratto, in scadenza a fine 2008, prevedeva un’opzione fino al 2011 con una buonuscita nel caso di mancata conferma. Da chi e da che cosa il c.t. è stato messo fuori gioco? Difficile dirlo, probabilmente da varie componenti e magari, più che da rivolte esplicite (come quella che dopo i Giochi 2004 gli fece perdere l’area del fioretto maschile), da tanti silenzi decisivi. Il Consiglio federale, ad ogni modo, ha operato una scelta legittima, anche se ci risulta che a Magro, fino all’ultimo, fosse stato prospettato ben altro. Parleranno comunque i fatti: quello che si lascia è noto, quello che si troverà è tutto da scoprire.
Il capitolo Montano non è meno complesso. Aldo, che esclude di aver avuto un ruolo nella vicenda Magro, è neutro su Sirovich («Non esprimo critiche su di lui»), ma non sprizza gioia: «Volevo Bauer, è noto, e se non arriva non sono certo contento. Sono però sicuro di trovare, con la Federazione, una buona soluzione di compromesso».