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 2008  dicembre 15 Lunedì calendario

LA CARTA RICICLATA DOVRA’ ESSERE BRUCIATA

di GIULIANA FERRAINO

Immaginate di riempire lo stadio di San Siro con una montagna di carta alta 15 metri: tanta sarà la carta riciclata attraverso la raccolta differenziata che a fine gennaio non entrerà nei magazzini di stoccaggio e rischia perciò di finire al macero o di essere bruciata. Una doppia beffa per i contribuenti e per l’ambiente.
Già oggi ci sono 170 mila tonnellate che non riescono a essere collocate sul mercato, a causa del calo della domanda di carta e così occupano l’80% delle piattaforme di recupero. «Ma la situazione a gennaio potrebbe diventare insostenibile, considerando che le cartiere chiudono dal 20 dicembre al 10 gennaio, e che durante le festività natalizie la produzione di rifiuti a base cellulosica aumenta del 40%. Avremo 800 mila tonnellata di carta raccolta, di cui 600 mila in eccedenza, senza sapere dove stoccarla », afferma Giulio Facchi, presidente del Conapi, il consorzio che raccoglie, pulisce e imballa uno dei 6 milioni di tonnellate della carta riciclata ogni anno in Italia.
Oggi il 55,2% di tutta la carta prodotta in Italia deriva dalla raccolta differenziata. Ma questo circolo virtuoso (per l’ambiente) e redditizio (per le aziende di recupero) potrebbe fermarsi. L’emergenza è un’altra faccia della crisi: il rallentamento dell’economia ha fatto scendere la domanda di carta e imballaggi e, di conseguenza, diminuisce anche la richiesta di carta da macero da parte delle cartiere, che sono i clienti delle piattaforme di recupero. «Nei primi 10 mesi dell’anno la produzione di carta è scesa del 5%, ma nel solo mese di ottobre, rispetto all’ottobre 2007, il calo è stato dell’11%», afferma Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta. Il problema, sottolinea, non riguarda soltanto la carta da macero, ma tutte le fibre, visto che la frenata industriale ha fatto crollare la domanda per gli imballaggi.
Non c’è solo la fermata dei produttori europei: «Secondo informazioni raccolte presso l’Istituto statistiche cinese – dice Medugno – , in ottobre la produzione cartaria cinese ha segnato la prima contrazione, con una flessione del 2,1% sull’ottobre del 2007. Così nei primi 10 mesi la produzione è cresciuta del 9,5% contro il +13% dei primi 7 mesi». Un’altra cattiva notizia per le piattaforme di recupero italiane che esportano «circa il 30%» della carta da macero proprio in Cina.
Al danno economico, visto che le quotazioni della carta riciclata sono crollate, «da 110-120 euro a tonnellata di settembre fino ai 18 euro attuali», si aggiunge il problema logistico. Che cosa fare della montagna di carta raccolta che nessuno vuole comprare, ma che per legge non può essere stoccata oltre un certo tetto nelle piattaforme di recupero? Per questo i rappresentanti di Conapi e Unionmaceri domani avranno un incontro alla Regione Lombardia, dopo che una lettera al governo non ha ricevuto risposta. «Prima che scoppi l’emergenza, chiediamo deroghe per lo stoccaggio almeno in questa fase di crisi. Poi di accelerare la riforma del decreto Ronchi sul recupero dei rifiuti: la legge deve essere adeguata a una realtà molto diversa », dice Facchi, al tempo uno dei consulenti dell’allora ministro dell’ambiente.
Giuliana Ferraino