Antonella Scott, Il Sole 24 Ore 14/12/2008, 14 dicembre 2008
Oligarchi nella trappola del Cremlino. Abstract dal Sole Secondo l’agenzia Bloomberg, in cinque mesi di crisi gli oligarchi russi hanno perso tra il 50 e il 70% del loro portfolio, cioè 230 miliardi di dollari
Oligarchi nella trappola del Cremlino. Abstract dal Sole Secondo l’agenzia Bloomberg, in cinque mesi di crisi gli oligarchi russi hanno perso tra il 50 e il 70% del loro portfolio, cioè 230 miliardi di dollari. L’edilizia e la grande distribuzione sono stati i settori più colpiti dal crollo della Borsa (da maggio i mercati azionari russi hanno perso il 75%), perché quelli maggiormente esposti con capitale a breve. Il settore siderurgico invece paga il crollo dei prezzi dell’acciaio (-50% da luglio). Nel 2008, per Forbes, i russi miliardari (in dollari) erano 87, ma secondo il direttore dell’edizione russa nel 2009 ne resteranno la metà. Tra i casi più eclatanti quelli di Vladimir Lisin, proprietario di Novolipetsk Steel (la crisi gli sarebbe costata 22 miliardi), di Oleg Deripaska, capo della holding Basic Element (20 miliardi), di Vladimir Potanin, principale azionista di Norilsk Nickel (13 miliardi). L’indebitamento totale degli oligarchi ammonterebbe a 700 miliardi, 109 dei quali in scadenza nel 2009. Debiti accumulati chiedendo prestiti alle banche straniere, offrendo in garanzia le proprie azioni: quando il loro valore è crollato, le banche hanno richiamato il dovuto. Per evitare che l’insolvibilità degli oligarchi metta in mani straniere l’industria russa, il governo ha affidato a Vneshekonombank (Veb) una linea di credito da 50 miliardi di dollari tratti dalle riserve nazionali in oro e valuta per rifinanziare i loro prestiti e riscattare le azioni impegnate come collaterale. In cambio però la Veb, istituto statale, sta assumendo una crescente partecipazione nelle aziende. Molti analisti sospettano che lo Stato voglia approfittare della crisi per riprendere il controllo di complessi strategici (petrolifero, siderurgico, metallurgico) privatizzati negli anni Novanta.