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 2008  dicembre 15 Lunedì calendario

Che ubriacatura. Quattro giorni di bagordi, feste e concerti per 400 invitati. Uno spreco in tempi di recessione

Che ubriacatura. Quattro giorni di bagordi, feste e concerti per 400 invitati. Uno spreco in tempi di recessione. E per che cosa? Per inaugurare il nuovo hotel «Romeo», un cinque stelle di lusso, nel palazzo che fu della «Flotta Lauro». Ma non è per questo che Alfredo Romeo, il proprietario, ricorda il «Comandante», Achille Lauro, il sindaco armatore e monarchico che alla vigilia del voto per essere sicuro che il suo popolo l’avrebbe votato, distribuiva pacchi di pasta e una sola scarpa, aspettando il responso elettorale per consegnare l’altra ai napoletani affamati. Lui, Alfredo Romeo, è diventato ricco e famoso, ha saputo costruire un impero nel campo immobiliare, della gestione del patrimonio pubblico e della manutenzione delle strade per avere convinto amministratori e politici ad affidarsi a lui. Ed era Romeo che avrebbe dovuto vincere l’appalto «Global Service», 400 milioni di euro, per la manutenzione delle strade di Napoli, magari grazie a promesse di mazzette, assunzioni clientelari, subappalti da assegnare a ditte amiche degli amministratori. Ma in questi giorni, tra gli invitati all’inaugurazione dell’hotel «Romeo» brillavano gli assenti, i politici napoletani, i consiglieri comunali, i vertici delle istituzioni locali. Come se all’improvviso Alfredo Romeo da Re Mida si fosse trasformato in un appestato. Probabilmente perché in questi giorni di indiscrezioni e di anticipazioni, Alfredo Romeo è diventato uno dei protagonisti dell’inchiesta della Procura di Napoli, che si annuncia devastante per i palazzi del potere. E che non riguarda solo l’appalto «Global Service» ma, più in generale, gli appalti pubblici in provincia. Insomma, l’epicentro del terremoto giudiziario che si annuncia non è solo Palazzo San Giacomo - dove ha sede la giunta Iervolino - e il Maschio Angioino, dove si svolgono le sedute del consiglio comunale, ma anche il Provveditorato regionale per le opere pubbliche, che è l’organo tecnico di controllo della congruità degli appalti. Il provveditore dell’epoca, Mauro Mautone, nel caso della «Global Service» si è già difeso preventivamente e pubblicamente: «Fu l’assessore Nugnes a imporre un prezzo al rialzo. Io espressi un parere favorevole con osservazioni». Chissà se la profezia diventerà realtà molto presto. Nei giorni scorsi, quelli della costernazione e del dolore per il suicidio dell’ex assessore di Palazzo San Giacomo, Giorgio Nugnes, si sussurrava che la grande retata sarebbe avvenuta prima di Natale. E, dunque, dovrebbe essere questione di giorni. Il calendario degli impegni istituzionali napoletani è zeppo di appuntamenti: stamani al Maschio Angioino si svolgerà un consiglio comunale infuocato, con l’opposizione che chiederà le dimissioni del sindaco Iervolino e lo scioglimento del consiglio comunale. E domani arriva in città il premier Berlusconi. Nell’inchiesta che annuncia sfracelli le ipotesi d’accusa della Procura della Repubblica contemplano diversi reati: associazione a delinquere, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e corruzione. Anche la corruzione perché è vero che, per esempio nel caso della «Global Service», non sono girate mazzette ma per il fatto che l’appalto l’avrebbe dovuto vincere a tavolino Romeo viene contestata non solo la turbativa d’asta ma anche la corruzione nei termini di ipotetica «futura utilità». Fa impressione rileggere i verbali del Consiglio comunale del 30 marzo del 2006, alla vigilia delle nuove elezioni amministrative. Il 24 marzo la giunta approva la delibera, proposta dall’assessore Fernando Di Mezza, «Global Service manutentivo del patrimonio stradale del comune di Napoli». Il 28, il sindaco Rosa Iervolino chiede per motivi d’urgenza l’inserimento della delibera nell’ordine del giorno della prima seduta del Consiglio comunale, fissata per il 30 marzo. Quella mattina, il Maschio Angioino è un campo di battaglia. A un certo punto il consigliere comunale di An, Piero Diodato, chiede di segretare la seduta. Deve fare dichiarazioni esplosive: «Intorno alle 13 - si legge nel verbale segretato - il consigliere Diodato ha dichiarato quanto segue: "Sono stato contattato da un componente della Giunta comunale che mi ha detto che, secondo voci correnti, la gara verrà vinta dalla Romeo. Alcuni consiglieri sarebbero, perciò, stati invitati ad avere un atteggiamento morbido. Credo che vi siano altri componenti del consiglio comunale che sono a conoscenza di tale circostanza. Invito il presidente del Consiglio comunale a inviare l’estratto del verbale alla Procura"». Per due volte Diodato viene sentito dalla Procura e fa il nome dell’assessore. In questi giorni, i quotidiani locali hanno fatto i nomi di diversi assessori che sarebbe coinvolti nell’inchiesta: Ferdinando Di Mezza, Enrico Cardillo (si è dimesso due settimane fa), Felice Laudadio, Giuseppe Gambale (ex assessore fino al 2006) e Giorgio Nugnes. Dopo la denuncia di Diodato, il Consiglio comunale si orienta a inviare la delibera in commissione. Dibattito teso. Il sindaco Iervolino sbotta: «Assistendo a certe scene, tutto sembriamo salvo che il Consiglio comunale della terza città d’Italia. Premesso questo, non credo di dover specificare per quale motivo un sindaco ritiene urgente una delibera, in quanto il sindaco, firmando la carta, se ne assume la piena responsabilità». Interviene anche l’allora capogruppo della Margherita, Giorgio Nugnes: «Questa maggioranza credo che abbia il dovere di stabilire una nuova data del Consiglio comunale, dopo un passaggio nelle commissioni competente, e affrontare la campagna elettorale con un argomento in più rispetto al programma e al progetto che si era dato. A nome della Margherita, e spero anche a nome di tutta la maggioranza, chiedo di fissare una ulteriore seduta del Consiglio comunale per affrontare solo e unicamente questo argomento». La delibera non tornò in Consiglio. Si andò al voto, la Iervolino fu rieletta sindaco e Giorgio Nugnes, nominato assessore, ripropose quella delibera, che fu approvata nella primavera del 2007. Il resto è cronaca delle prossime ore.