la Repubblica 14/12/2008, 14 dicembre 2008
MILANO
Anche in una situazione estrema e ad alto rischio stabilità, anche quando si tratta di salvataggi e non di operazioni di mercato, vanno rispettati diritti e procedure, non basta invocare l´emergenza per tagliare fuori le minoranze. Così, la Corte d´appello di Bruxelles ha accolto il ricorso presentato da un gruppo di piccoli azionisti di Fortis ed ha congelato per un paio di mesi la vendita dell´ex colosso bancario-assicurativo salvato in ottobre dagli interventi dello Stato belga e olandese, per le attività nei rispettivi paesi e successivamente venduto dal governo di Bruxelles, per la parte di sua competenza, a Bnp Paribas.
Con questa sentenza la Corte - ribaltando il pronunciamento del tribunale di primo grado - ha sancito che i soci di minoranza avevano il diritto di pronunciarsi in assemblea sulla vendita (che invece non è stata convocata) e, di conseguenza, ha bloccato per i prossimi 65 giorni (fino al prossimo 16 febbraio 2009) la cessione delle azioni, ancora fisicamente in possesso della Società federale di partecipazione e investimento. Nel frattempo, ha aggiunto la Corte, Bnp Paribas dovrà continuare a mantenere con Fortis le attuali relazioni, non modificando le condizioni di mercato che regolano ora i rapporti. Il Tribunale infine ha nominato un collegio di esperti per una valutazione sulla sospensione della transazione; dal canto loro, i soci avranno tempo fino al 12 febbraio per esprimersi, in assemblea, sulla cessione. Dal canto suo il governo belga ha annunciato che studierà contromisure, compreso un ricorso in Cassazione.
Secondo l´accordo raggiunto lo scorso 6 ottobre, Bnp Paribas doveva subentrare allo Stato rilevando il 75% delle attività bancarie in Belgio (al quale sarebbe rimasto il 25%) e il 100% delle attività assicurative, oltre al 66% di Fortis Luxemburg, pagando complessivamente 14,7 miliardi di euro e diventando, grazie a questa operazione, la prima banca europea per depositi nell´area euro. L´intesa aveva ricevuto proprio dieci giorni fa l´ok della Commissione europea condizionato tuttavia alla cessione (già promessa dai francesi) della filiale belga di Bnp Paribas attiva nel settore delle carte di credito. La Commissione infatti aveva ritenuto che rilevando le attività di Fortis si sarebbe creata una concentrazione eccessiva nell´emissione della moneta di plastica.
Ieri i vertici di Bnp hanno confermato di continuare ad essere interessati a rilevare Fortis, ma la stampa belga ha affacciato dubbi sulla reazione di domani dei mercati. «Il nostro obiettivo - ha dichiarato il ministro belga delle Finanze Didier Reynders - resta quello di proteggere i clienti e risparmiatori, così come i dipendenti di Fortis. A nostro avviso il progetto di Bnp Paribas era il migliore». A fine settembre i governi belga e olandese furono costretti ad intervenire, dopo un inizio di fuga dei risparmiatori, con il ritiro dei depositi, oltre a ripetute ondate di vendite del titolo in Borsa. La banca, messa in ginocchio dalla crisi dei subprime, aveva ricevuto un´iniezione di liquidità pari a 11,2 miliardi di euro da parte delle autorità del Benelux, insufficienti a arrestare la crisi di credibilità della banca.